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CASTEL DI SANGRO. Sono tre le richieste di rinvio a giudizio che la procura della repubblica di Sulmona ha presentato, al giudice per le udienze preliminari, per la morte di Antonio Di Lollo, il 46enne titolare di un’impresa di tinteggiatura, rimasto folgorato il 31 agosto 2023, mentre lavorava su un capannone di un’azienda di confetture, sulla strada statale 17, nel territorio comunale di Castel Di Sangro. A riportare la notizia è il quotidiano il Centro. Si tratta di F.F., proprietario del cantiere e amministratore delegato della società di confetture, A.D. e G.G., due tecnici legati al noleggio del cestello elevatore. I tre, imputati di omicidio colposo, dovranno presentarsi davanti al giudice il prossimo 3 ottobre, per l’udienza preliminare. Nello specifico il sostituto procuratore, Edoardo Mariotti, contesta al proprietario del cantiere di “non aver verificato l’idoneità tecnico professionale del lavoratore e di non aver predisposto il documento unico di valutazione dei rischi interferenti” e ai tecnici di “non aver verificato l’idoneità tecnico professionale del lavoratore e se lo stesso fosse o meno in possesso dell’abilitazione per l’uso del macchinario”. Di Lollo, che era salito sul cestello elevatore per effettuare alcune prove prima di iniziare a dipingere la facciata del capannone, aveva urtato i cavi dell’Enel, rimanendo folgorato. Inutili tutti i soccorsi. Per accertare il rispetto delle misure di sicurezza era intervenuto il dipartimento competente della Asl 1 mentre i carabinieri si erano occupati delle prime indagini e di raccogliere le testimonianze degli altri operari e di quanti avevano assistito al fatto.

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