SULMONA – Cinque dure condanne (fra cui un patteggiamento) e un’assoluzione. Si chiude così il primo grado di giudizio dell’inchiesta definita “Operazione Piccolo Colosseo”, riguardante il traffico di droga, l’estorsione e lo spaccio di sostanze stupefacenti, per i cinque imputati che avevano scelto il rito alternativo: cinque di loro il rito abbreviato e uno il patteggiamento. Il giudice per le udienze preliminari, Daniele Sodani, ha pronunciato questa mattina la sentenza di assoluzione per Giuseppe Serva mentre ha condannato M.L.D. a otto anni di reclusione, i fratelli M.B. ( 4 anni e 1 mese di reclusione) e L.B. ( 5 anni e 2 mesi di reclusione), F.G. ( 2 anni e 4 mesi di reclusione) e L.D.L a un anno e otto mesi di reclusione che ha patteggiato. In attesa di giudizio ci sono altri sei imputati che avevano scelto il rito ordinario. Nel corso dell’udienza preliminare il pubblico ministero, Aura Scarsella, aveva chiesto l’assoluzione solo per Giuseppe Serva. E questa mattina il Gup ha notificato i sei dispositivi che, sommando le singole pene, arrivano a configurare 21 anni complessivi di condanne. Ma non si tratta di sentenze passate in giudicato. L’inchiesta “Piccolo colosseo†risale alla primavera del 2012 con gli arresti di 14 persone. Altre dieci furono denunciate. Erano finiti sotto inchiesta in ventiquattro, accusati di aver messo su una centrale dello spaccio. Sui social si facevano chiamare con i nomi dei componenti della banda della Magliana e all’epoca controllavano il mercato di stupefacenti a Sulmona e nei paesi della Valle Peligna. A fermare gli indagati nel 2012 furono i carabinieri che sgominarono l’intera banda che balzò alle cronache con il nome di “ Piccolo Colosseoâ€.
Andrea D’Aurelio