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SULMONA – Da diverse settimane sono costretti a lavorare in condizioni non proprio agevoli con una temperatura interna che oscilla dai 12 ai 15 gradi. Accade nella palazzina De Chellis di viale Mazzini dove sono collocati gli uffici amministrativi della Asl, lasciati al freddo e al gelo. Nel vero senso della parola. I 25 dipendenti in servizio nella struttura sono costretti a recarsi sul luogo di lavoro con cappotti e stufe personali, dando vita ad una sorta di staffetta di circa 15 minuti per l’accensione simultanea delle medesime, onde evitare il blocco dell’energia elettrica nell’intera area dove sono allocati anche gli uffici del Cup. Una situazione non più sostenibile sul piano umano ed occupazionale che ha fatto scattare la corale protesta. La fornitura di metano risulta insufficiente per garantire condizioni di lavoro dignitose. D’altronde la ditta che si è aggiudicata l’appalto risponde ai termini contrattuali. Per cui tocca all’azienda sanitaria ampliare la fornitura o comunque intervenire con urgenza per la risoluzione di una problematica che ha assunto un carattere pressocchè sistematico ed abituale. Una vicenda che rasenta il paradosso se si pensa che la stessa Asl è la struttura deputata per la verifica delle condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro. Non sarebbe male effettuare una ricognizione nei locali in dotazione per rendersi conto che è necessario invertire la rotta. Non è caso, infine, che l’azienda ha recentemente bandito una manifestazione d’interesse per la ricerca di locali sul territorio comunale ove trasferire uffici e servizi della palazzina De Chellis e dei Comboniani. Nelle more il disagio non si arresta.

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