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E’ una scuola “non adeguata per lo stato limite di salvaguardia della vita”. Proprio come l’Iti di Pratola Peligna. Ma una porzione di quell’edificio chiuso da otto anni, in via D’Andrea, raggiunge un’indice di vulnerabilità pari a 0,3,superiore alla sede provvisoria. La paradossale rilevazione si evince dalla documentazione in archivio, riguardante lo storico edificio dei ragionieri e geometri, che ha chiuso i battenti dal lontano ottobre 2014, da quando la Guardia di Finanza dell’Aquila pose i sigilli per l’inchiesta sui presunti lavori sbagliati post sisma. Il procedimento penale rischia di finire a bolle di sapone visto che l’accusa più grave, quella della truffa ai danni dello stato, sembra venire meno per tutti gli indagati. Dopo otto anni non si è ancora riusciti a riaprire la scuola e ad affidare ai lavori, seppur prossimi.  Il plesso scolastico è stato interamente chiuso dopo le indagini strutturali che accertarono un indice di vulnerabilità pari a 0.05, quasi nullo, che  fece scattare le operazioni di sgombero dell’edifico e il trasferimento nell’Iti di Pratola Peligna. Scuola, quest’ultima, che non sembra essere più sicura viste le ultime rilevazioni sullo studio sismico che hanno accertato un indice di 0,09. Una soglia ben lontana dai parametri fissati nella normativa vigente e da quelli presi in considerazione nel 2016 a seguito degli ultimi eventi sismici. Un plesso che sarebbe da chiudere sulla carta, come è stato fatto per il De Nino-Morandi che al suo attivo però ha una porzione dell’edificio che tocca l’indice dello 0.3, come risulta dagli atti in possesso all’ex Rup dell’appalto originario, oggetto di contestazione. Questo vuol dire che una parte della storica scuola chiusa da otto anni ( l’area dove è collocata la sala polifunzionale) dà una maggiore sicurezza della sede provvisoria dell’Iti, almeno del blocco principale preso ad esame per le verifiche svolte nel febbraio 2021. Un particolare che, oltre a configurare una notizia nonchè il vero paradosso, rende ancor più incredibile la vicenda. Della serie “tutte e due aperte o tutte e due chiuse” come commentano gli addetti ai lavori. Ma a perdere sarebbe l’intero territorio. Ci si chiede il perchè chi sapeva non ha agito a tempo debito. Per questo è molto probabile che proprio gli addetti ai lavori o i comitati interesseranno a breve la Procura della Repubblica perchè faccia luce sul caso, accertando eventuali responsabilità  o negligenze. D’altronde lo stesso Dirigente Scolastico prossimo alla pensione, Massimo Di Paolo, ha chiamato in causa l’altro giorno tutti gli organi preposti, chiedendo delucidazioni al riguardo.  Intanto da Pratola Peligna è stato chiesto un nuovo studio sismico sulla sede dell’Iti. In casi estremi il Comune potrebbe mettere a disposizione gli edifici scolastici che sono rimasti vuoti dopo l’inaugurazione del nuovo plesso.  Nelle prossime ore è stato programmato un nuovo sopralluogo con tecnici e Provincia. Dai complimenti “trasversali”, che pure sono arrivati qualche mese fa, agli imbarazzi istituzionali è un attimo.

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