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PESCARA. “Non sono ravvisabili profili di colpa professionale né in capo all’indagata né di altri sanitari che hanno prestato assistenza e cure al paziente poi deceduto”. Lo ha messo nero su bianco il pm della procura di Pescara, Andrea Papalia, che ha chiesto l’archiviazione per M.G N., la dottoressa dell’ospedale di Popoli, finita sotto inchiesta per la morte di Donato Tulliani, il pastore di Prezza di 49 anni. I fatti risalgono al luglio dello scorso anno quando l’uomo, dopo aver accusato alcuni dolori, si era recato in ospedale e i medici lo avevano dimesso, dopo qualche ora, con la diagnosi di “ernia inguino-scrotale sinistra ed ernia inguinale destra” e con invito a tornare dopo una settimana per un intervento chirurgico. Tuttavia, il giorno successivo, Tulliani ha accusato gli stessi dolori tanto da costringere i familiari a rivolgersi al 118. Purtroppo, quando è arrivata l’ambulanza a casa del pastore, l’uomo era già morto. La procura, dopo la denuncia dei familiari, aveva disposto l’estumulazione della salma per effettuare l’autopsia, eseguita dal medico legale, Davide Girolami. Per la procura pescarese non si configura imperizia medica dal momento che “i consulenti tecnici hanno ritenuto ascrivibile il decesso a cause naturali e hanno valutato complessivamente congrui e, comunque, non difformi dalle buone pratiche, i percorsi diagnostici e i trattamenti terapeutici”. Tuttavia la famiglia del pastore non si arrende. Tramite gli avvocati Vincenzo Margiotta, Luigi Di Loreto e Andrea Gerosolimo, fa sapere che presenterà opposizione alla richiesta di archiviazione. Palla al gip che dovrà fissare l’udienza. I familiari annunciano inoltre anche un’azione civile, volta al risarcimento del danno

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