SCANNO. L’accusa era pesantissima , quella cioè di aver sottratto denaro, circa 80 mila euro, delle tasse comunali e di essersi pure autoassegnato, in aggiunta al proprio stipendio, una serie di indennità che non gli spettavano raggranellando così altri 17.500 euro. Di quei soldi sottratti alle casse comunali non è emersa alcuna prova, nemmeno nel secondo grado di giudizio. Così la corte d’appello dell’Aquila ha assolto C.S., ex contabile di Scanno. I giudici hanno confermato la sentenza emessa dal tribunale di Sulmona nel gennaio 2022. Secondo quanto emerso nel quadro probatorio, il funzionario nel biennio 2016-2017 si sarebbe appropriato di circa 80.000 euro in contanti, sottraendoli dalle casse del Comune di Scanno. Il denaro era provento di tributi vari (pagamento di parcheggi comunali, utilizzo del palasport, scuolabus, pagamenti di pubblicità e affissioni, occupazione di suolo pubblico, occupazione delle aree di mercato, proventi contravvenzionali, diritti di urbanistica e di segreteria). Inoltre, sempre secondo l’imputazione, approfittando del proprio incarico, si sarebbe appropriato di 17.500 euro, , assegnandosi in aggiunta al proprio stipendio una serie di indennità non spettanti. Nulla di tutto questo. Secondo i giudici non sono emersi indizi chiari ed inequivocabili per l’ipotesi di reato di peculato aggravato tant’è che l’ex contabile, difeso dall’avvocato Alessandro Margiotta, è uscito assolto. Lo stesso, coinvolto pure nel filone contabile dell’inchiesta, aveva già annunciato un maxi risarcimento danni nei confronti del comune.