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SULMONA. Era tornato per le vacanza dal Belgio ma poi avrebbe perseguito la sua ex compagna e i familiari di lei. Con l’accusa di atti persecutori un 40enne albanese è finito ieri davanti al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Sulmona, Francesca Pinacchio, per l’interrogatorio di garanzia. Il giudice, nei giorni scorsi, agli aveva applicato il divieto di avvicinamento a meno di 500 metri dai luoghi frequentati dalla sua ex e dai familiari di ques’ultima con il braccialetto elettronico che, tuttavia, sarà disponibile non prima del 21 maggio. Per questo gli atti sono tornati sul tavolo della procura. Secondo l’accusa, dal periodo di Pasqua fino a poche settimane fa, il 40enne avrebbe minacciato ex compagna, il fratello e altri familiari tramite continui messaggi e telefonate. Una “persecuzione” che ha spinto la donna a rivolgersi alla polizia. L’indagine, curata dal settore anticrimine del commissariato, ha portato alla misura cautelare. Di tutt’altro avviso il 40 enne e il suo avvocato difensore secondo i quali, quei messaggi, non erano altro che richieste e sollecitazioni per gli incontri con il figlio della coppia. Niente stalking insomma, come l’indagato ha spiegato al giudice Pinacchio

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