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SULMONA – Tra le tre sedi della provincia resteranno in totale solo sette dipendenti, tra cui – però – nemmeno un archivista, tutti comunque accorpati nella sede aquilana, segnando così la chiusura delle sedi di Sulmona e Avezzano. Altro che anno migliore. Il 2021 si è aperto con una doccia fredda per gli archivi pubblici, i luoghi che custodiscono la cosiddetta memoria collettiva, che sono incappati nel vortice della carenza di personale. Anche la sezione sulmonese rischia la chiusura. A lanciare l’allarme è stato proprio l’archivista Roberto Carrozzo, un “cireneo” per la ricerca storica come direbbe qualcuno, che in queste ore ha messo nero su bianco la sua tristezza.  “Le sedi centrali si troveranno anch’esse in gravi difficoltà e, se non arriveranno alla chiusura, molti servizi dati per scontati fino a ieri dovranno essere ridimensionati, se non addirittura soppressi.  Il fatto che da anni non si sia provveduto a indire concorsi, per sostituire il personale che andava in pensione, porterà inevitabilmente alla chiusura di tanti istituti”- tuona Carrozzo- “tutto questo si sapeva da tanto tempo, ne era a conoscenza il ministero, come pure la politica, ma tutti insieme hanno fatto finta di non accorgersene, nonostante le grida di allarme provenienti da più parti. Per quanto riguarda la Sezione di Sulmona, ad esempio, quest’anno andranno in pensione quattro su cinque, dalla sezione di Avezzano ne andranno via tre mentre altri tre lasceranno la sede centrale dell’Aquila.  Questa è la situazione. E il peggio è che non sono previsti concorsi nei prossimi anni”- avverte l’archivista. Accade anche questo nella città vocata all’arte e alla cultura. Per giunta la notizia della paventata chiusura della sezione del’archivio di Stato coincide con l’appalto per il parco della memoria del campo 78. Una memoria però che senza archivio è difficile cristallizzare e conservare a lungo.

Andrea D’Aurelio

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