L’AQUILA – Otto mesi di reclusione, pagamento delle spese processuali e risarcimento da liquidare in separata sede. E’ questa la pena inflitta dai giudici della Corte d’Appello dell’Aquila ad un imprenditore di 48 anni, finito alla sbarra per lo stalking alla sua ex. La Corte ha riformato la sentenza di primo grado emessa dal tribunale di Sulmona a giugno 2022 e ha ridotto la pena per l’imputato. Da due anni di reclusione ad otto mesi. In particolare l’uomo è finito davanti ai giudici con l’accusa di aver perseguitato la sua ex attraverso insistenti e ossessivi messaggi e chiamate sul telefono, ripetuti pedinamenti e appostamenti nelle vicinanze del luogo di lavoro o nei locali pubblici che frequentava di solito la giovane, provocandole un perdurante stato di ansia. Tutti fatti avvenuti tra il 2017 e il 2018. In una circostanza l’imputato, stando agli atti, era arrivato a strappare dalle mani della sua ex fidanzata lo smartphone per leggere i messaggi e poi, ripartito in auto, l’aveva perfino inseguita tagliandole la strada per costringerla a fermarsi. Ma c’è di più. All’imprenditore è stata contestata anche un’aggressione, che risale al maggio del 2018, quando la giovane donna riportò ferite alla testa e al collo tanto da essere costretta a ricorrere alle cure dei medici del pronto soccorso, con una prognosi di cinque giorni. Per la violenza privata e le lesioni la corte ha prosciolto l’imprenditore per difetto di querela, come richiesto dall’avvocato difensore, Alberto Paolini. Tuttavia sono rimaste solide le aggravanti dello stalking, dal momento che i giudici, pur rimodulando e alleggerendo la pena, hanno condannato ad otto mesi l’imputato. La vittima, che poi ha ritirato la querela, è stata assistita dall’avvocato, Antonietta Pace. Il terzo capitolo della delicata vicenda si giocherà probabilmente in Cassazione. Andrea D’Aurelio