SULMONA. Si apre un nuovo filone d’indagine sui poliziotti infedeli. Dopo la maxi inchiesta che riguarda gli agenti della sottosezione di Pratola Peligna, anche tra i poliziotti sulmonesi della stradale si è aperto un fronte giudiziario. Un agente infatti, nei giorni scorsi, è stato raggiunto da un avviso di garanzia da parte della procura della repubblica. Un atto dovuto dopo la denuncia che, nelle scorse settimane, era arrivata sul tavolo della magistratura, sembrerebbe da parte di alcuni colleghi in divisa. E’ stato quindi aperto un fascicolo a carico del poliziotto di 50 anni, difeso dall’avvocato, Augusto La Morgia. Al momento la procura sta esaminando la denuncia per verificare eventuali profili di responsabilità da parte dell’uomo in divisa. Il nuovo filone coinvolge, almeno per ora, solo l’agente in questione accusato, stando almeno alle prime informazioni, di essere uscito dal posto di lavoro, pur risultando in servizio. Saranno le indagini preliminari, appena avviate, a stabilire se le accuse sono solide per essere sostenute in giudizio.
Intanto domani è in programma l’udienza preliminare davanti al gup del Tribunale di Sulmona, Marta Sarnelli, per undici dei diciannove poliziotti della stradale di Pratola Peligna, finito sotto inchiesta, a vario titolo, truffa ai danni dello Stato, falso, peculato, furto, omissione d’atti d’ufficio, omissione di soccorso e interruzione di pubblico servizio. Il sostituto procuratore, Stefano Iafolla, ha chiesto il rinvio a giudizio per i poliziotti, dieci dei quali erano stati sospesi dal gip e poi riammessi in servizio dal Tribunale per il Riesame dell’Aquila. Sono 265 le pagine di accusa a carico degli uomini in divisa per un totale di 705 capi d’imputazione. La maxi inchiesta portata avanti dalla procura della repubblica di Sulmona era partita nel 2019 ed era andata avanti fino al 2022. Tre anni di indagini attraverso le intercettazioni ambientali e telefoniche, i pedinamenti, il rintracciamento attraverso la tecnologia gps e l’analisi dei file delle telecamere di sorveglianza. Secondo l’accusa gli agenti avevano abbandonato le proprie postazioni di lavoro, dormito all’interno delle auto durante i turni notturni e si erano intrattenuti nei locali commerciali durante l’orario di servizio. Tra le contestazioni della procura figurano anche furti di caramelle e mascherine in un autogrill. L’accusa dell’omissione di atti ufficio si era invece configurata perché qualche agente ,secondo la procura, non aveva prestato soccorso ad un veicolo in panne e non aveva proceduto alla vigilanza e ai rilievi di un sinistro stradale. Palla ora al giudice per le udienze preliminari che dovrà decidere se le accuse sono o meno solide per essere sostenute in giudizio. L’inchiesta coinvolge altri otto poliziotti, per i quali l’indagine è ancora aperta. Gli avvocati difensori Mauro Maiorano, Alessandro Scelli, Andrea Marino, Alberto Paolini, Vincenzo Margiotta, Alessandro Tucci e Augusto La Margia sono pronti a dare battaglia. Per i legali degli undici le contestazioni della procura non solo sono generiche ma, in alcuni casi, anche infondate. A carico degli undici poliziotti della stradale di Pratola c’è anche l’accusa di minacce nei confronti dell’ex comandante, Luciano Bernardi e del suo braccio destro, Attilio Di Loreto. A loro, che si erano occupati dell’inchiesta assieme alla procura, nei mesi scorsi erano state recapitate dal postino due buste contenente proiettili, prive di francobolli. Si tratta di proiettili dal calibro 9per19, in dotazione proprio alla polizia. Tutte le perquisizioni avevano dato esito negativo