SULMONA – Sospensione di dodici mesi per A.L. e G.R., sospensione di dieci mesi per A.B., P.B., B.D.R., F.P. e D.P., sospensione di otto mesi per P.D.L, L.M. e A.T. Sono queste, nello specifico, le misure interdittive che il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Sulmona, Alessandra De Marco, ha applicato agli agenti della Sottosezione di Polizia Stradale di Pratola Peligna, finiti al centro della maxi inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica. Dieci dei diciannove indagati dovranno spogliarsi della divisa subito, riconsegnando pistola e tesserino, in attesa della pronuncia del Tribunale del Riesame dell’Aquila che i legali chiameranno sicuramente in causa in fase cautelare. Inoltre, con la pronuncia del Gip, si aprirà a breve il filone disciplinare dell’inchiesta con l’apposito ufficio chiamato a vagliare la posizione dei diciannove tramite un procedimento ad hoc. Nell’ordinanza depositata in queste ore, dopo ben 33 giorni di esame, il Gip del Tribunale di Sulmona ha ritenuto che a carico dei dieci agenti sussistono gravi indizi di colpevolezza. “Gli accertamenti investigativi hanno consentito di ricostruire la sussistenza di un sistema seriale di condotte attraverso le quali un gruppo di agenti di Polizia Stradale, ha anteposto in modo ostinato e reiterato il soddisfacimento dei propri interessi personali al diligenti adempimento dei doveri istituzionali, in pregiudizio dell’intero sistema di sicurezza, prevenzione e soccorso della viabilità sul territorio di competenza”- rileva il giudice chiarendo pure che tali elementi “non consentono di escludere la possibilità che gli stessi (gli agenti, ndr) si trovino in condizioni di replicare, anche in frangenti lavorativi diversi, reati omogenei a quelli loro contestati”. Gli indagati sono accusati a vario titolo di truffa e falso ai danni dello Stato, peculato, furto, omissione d’atti d’ufficio, omissione di soccorso e interruzione di pubblico servizio. In tre anni d’indagini, dal 2019 al 2022, svolte tramite intercettazioni ambientali e telefoniche, gps e telecamere, i poliziotti avrebbero abbandonato il posto di lavoro per dormire in auto o intrattenersi in alcuni esercizi commerciali mentre erano in servizio. Approfittando della propria posizione avrebbe rubato beni di tenue entità patrimoniale in una stazione di servizio. Avrebbero utilizzato auto di servizio per fini privati e alcuni di loro, secondo l’accusa, avrebbero omesso di svolgere rilievi in un sinistro stradale e di prestare soccorso ad un veicolo in panne. Tutte accuse contestate dai legali difensori i quali ritengono, in alcuni casi, che le condotte siano episodiche e non in continuazione tra loro. Sarà un’estate calda per i giudici del Riesame chiamati ad esprimersi, verosimilmente, sull’ordinanza del Gip. Nel frattempo i dieci dovranno riconsegnare pistola e tesserino con il procedimento disciplinare ai nastri di partenza