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SULMONA. E’ una sentenza pilota sul territorio perchè, nel senso letterale del termine, fa da apripista. Il giudice di previdenza del Tribunale di Sulmona, Anna Maria De Sanctis ha accolto il ricorso di un 66enne residente a Sulmona che aveva contratto il Covid sul posto di lavoro, in una fabbrica che opera in città. Il Tribunale ha condannato l’Inal a risarcire il lavoratore e a riconoscergli il 18 per cento di invalidità, a causa degli strascichi del contagio: fibrosi polmonare, sindrome depressiva  e sindrome da long Covid, che hanno portato l’operaio ad assentarsi dal lavoro per 375 giorni. Il 66enne aveva preso il Covid nell’agosto del 2020 dopo essere entrato in contatto con un collega che era risultato positivo. Viste le pesanti conseguenze fisiche, aveva chiesto all’Inal di riconoscere l’infezione come infortunio sul lavoro. Dopo il no incassato dall’istituto, l’uomo si è rivolto all’avvocato, Alessandro Margiotta. Il giudice, dopo aver nominato un perito, ha riconosciuto quanto chiesto dal lavoratore. Si tratta di una delle prime sentenze sul territorio, che “apre uno scenario”, per dirla con le parole dell’operaio. Tuttavia si andrà in appello visto il dispositivo è stato impugnato dall’Inail proprio qualche giorno fa

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