SULMONA – E’ un cane che si morde la coda. Questa è la dura presa posizione del Tribunale per i diritti del Malato all’indomani dell’approvazione del piano sanitario che classifica l’ospedale di Sulmona come presidio di primo livello. Per la coordinatrice, Catia Puglielli, il caso emblematico riguarda l’unità di lungodegenza, per la quale la politica per anni si è battuta per l’allocazione dei posti letto a Sulmona. Ma il reparto, che continua ad esistere solo sulla carta, non è stato mai messo in funzione. Cinque anni di sacrifici tra area grigi e trasferimenti interni. “Nonostante l’affanno ad attribuirsi i meriti del primo livello, resta l’incongruenza tra forma e sostanza”- tuona Puglielli che sulla lungodegenza mai attivata chiede lumi alla Asl. D’altronde le conseguenze si toccano con mano a cascata sulla medicina e sugli altri reparti.