SULMONA – Cinque agenti di Polizia Locale sfilano davanti al giudice del lavoro del Tribunale di Sulmona, Alessandra De Marco, per la contestazione dei procedimenti disciplinati comminati dall’ex Comandante di Polizia Locale, Leonardo Mercurio, il 13 maggio dello scorso anno. Il procedimento si è aperto formalmente ieri con il Comune di Sulmona che non si è costituito in giudizio ed è stato quindi dichiarato in contumacia. La vicenda creò fibrillazione all’epoca dei fatti negli ambienti di via Mazara. Gli agenti della Municipale, sette in totale, avrebbero richiesto secondo l’allora Comandante la mobilità per incompatibilità ambientale, non seguendo la trafila delle procedure che prevedono la presentazione dell’istanza in questione direttamente presso il Comando del Corpo. Come pure le richieste non sarebbero state adeguatamente motivate. Per questo ai sette agenti è stata irrogata la sanzione disciplinare, di lieve entità, impugnata dai diretti interessati. Una procedura- spiegarono all’epoca da via Mazara- “attivata per garantire in via esclusiva il rispetto delle regole nel Corpo e dell’organizzazione del lavoro”. Ne è quindi scaturito un processo davanti al giudice civile che ha visto gli avvocati di cinque dei sette vigili urbani, Carlo La Gatta e Mauro Calore, contestare punto per punto le ragioni del procedimento attivato. Secondo i legali l’articolo 7 del regolamento di mobilità interna prevede la presentazione della richiesta davanti al Segretario Generale e non davanti al Comandante del Corpo. Per cui non ci sarebbe stata alcuna violazione trattandosi peraltro di una mera segnalazione, secondo gli avvocati, nemmeno di un’istanza. Entrambi hanno spiegato che sarebbero stati violati i diritti di difesa poiché ai sette agenti non è stato permesso di presentarsi in sede con un legale o un rappresentate sindacale o di addurre alcuni fatti a discolpa. Per istanze dello stesso tipo, giunte nel medesimo arco temporale, non fu irrogata alcuna sanzione né fu attivato un procedimento disciplinare. I due legali hanno inoltre depositato un’eccezione preliminare, che sarà vagliata dal giudice ai fini del prosieguo del processo. Un vecchio “contenzioso”, frutto di un clima di tensione fortunatamente superato negli ultimi mesi, che arriva però al primo piano del Palazzo di Giustizia.