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Con il parere negativo alla proroga dell’apertura del punto nascita di Sulmona il Comitato Percorso Nascita nazionale (CPNn) del Ministero della Salute chiede alla Regione la data perentoria di chiusura della struttura. Un “no” giunto dopo che la Regione Abruzzo aveva reiterato la richiesta di tenere aperto il punto nascita a servizio della popolazione residente in aree interne montane dell’Abruzzo, ottenendo anche il parere favorevole del Comitato regionale.

Nella relazione il Comitato nazionale per giustificare l’imposizione di chiusura sottolinea che non si arriva, come disposto dal Decreto Lorenzin, al minimo dei 500 parti l’anno, evidenziando oltretutto che l’ospedale di Sulmona non rientra tra quelli posti in zone disagiate e che i comuni ubicati in zone montane sono “pochi e con un disagio orografico modesto”. Comuni di montagna i cui abitanti, secondo il Ministero, possono scegliere soluzioni alternative fuori regione per partorire, raggiungendo l’ospedale di Isernia. “Abbiamo assistito a passerelle politiche e impegni solennemente assunti. E’ ora necessario che tutto l’Abruzzo si mobiliti per affermare il diritto alla salute e di piena cittadinanza. Per quanto ci riguarda, al Ministero continueranno ad aspettare ancora a lungo la comunicazione di chiusura! – ha commentato il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio –Sono mesi che ascoltiamo melassa di retorica sulla medicina territoriale e i piccoli ospedali. Oggi ci chiedono in termini perentori la data di chiusura. La soglia dei 500 parti è stata messa in discussione all’interno della Conferenza delle Regioni e lo stesso ministro Speranza aveva accolto la richiesta di avviare un tavolo per rivedere i parametri del Decreto Lorenzin e superare queste situazioni. Non si possono usare gli stessi parametri in aree metropolitane e in zone interne, disagiate e meno popolose. I cittadini hanno gli stessi diritti al di là del luogo di residenza”. “Per quanto ci riguarda – ha aggiunto l’assessore alla Salute, Nicoletta Verì – proseguiremo nel percorso già avviato con la Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila per il rilancio e potenziamento del punto nascita di Sulmona, sul quale l’azienda sanitaria ha programmato ulteriori interventi di adeguamento strutturale e rafforzamento del personale in organico. Siamo convinti che, intervenendo con le azioni individuate, riusciremo a garantire un servizio efficiente alla popolazione dell’area peligna e lo faremo in assoluta sicurezza”.

 

Un no che va contro le esigenze e i diritti di cittadini abruzzesi che vivono in zone meno popolate e sicuramente più disagiate e che si infrange con le promesse del ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, il quale, aprendo gli Stati generali della montagna lo scorso mese di febbraio a Roccaraso, aveva sottolineato che l’emergenza Covid-19 aveva chiarito ancora una volta che alcuni diritti universali non sono negoziabili ma vengono prima dei vincoli di bilancio e lo Stato deve garantirli a tutti, facendo specifico riferimento anche a scuola e punti nascita. Noi vogliamo riproporre il nostro servizio-inchiesta del novembre 2018 quando, simulando il viaggio di una partoriente in caso di cancellazione del presidio, dimostrammo i rischi e i tempi lunghi, ben al di sopra dei parametri fissati. Perchè la buona informazione non si fa con le chiacchiere.

Andrea D’Aurelio

LE REAZIONI

La nefasta decisione del tavolo di monitoraggio nazionale punti nascita non ci ferma e
continueremo ad investire risorse ed impegno in ogni sede nella lotta per affermare insieme a
Regione Abruzzo la strategica importanza del Punto Nascita dell’Ospedale di Sulmona, presidio
indispensabile ed irrinunciabile per un ampio bacino di riferimento territoriale augurandoci di
trovare al nostro fianco gli onorevoli parlamentari di riferimento governativo eletti in questo
territorio ma troppo silenziosi sull’argomento. Che fine hanno fatto le promesse di modifica del
Decreto Lorenzin spese dal Movimento 5 Stelle all’indomani del loro ingresso al ministero della
Salute? Non lasceremo che tecnocrati che non hanno mai visitato questa realtà dispongano
dell’erogazione del servizio sanitario con gli inadeguati e fallimentari criteri di accentramento dei
sistemi aziendali. L’ospedale di Sulmona deve uscire al più presto dal girone dell’ibrida
qualificazione nel quale è stato proiettato ed ottenere il riconoscimento di presidio di primo livello
al fine di attrarre risorse umane ed investimenti per esprimere al meglio le sue numerose
potenzialità. ( consigliere comunale Sulmona, Elisabetta Bianchi)

“Trovo francamente sconcertanti le dichiarazioni del presidente Marsilio e dell’assessore Verì i quali, dopo aver ricevuto dal Ministero parere negativo al mantenimento in esercizio del Punto Nascita di Sulmona, chiedono una “mobilitazione territoriale” dimenticando che, in quanto vertici dell’amministrazione regionale, avrebbero il dovere istituzionale di governare e di trovare soluzioni al problema confrontandosi, anche in maniera decisa, con il governo nazionale.
Come rappresentante di questo territorio ho sempre mostrato ed esternato la mia preoccupazione sulle modalità di gestione, da parte dell’amministrazione regionale, delle problematiche del punto nascita e della sanità peligna in generale. Per tutta risposta questo territorio ha sempre ricevuto le beffarde quanto inutili rassicurazioni dell’assessore che oggi suonano come una vera e propria presa in giro a danno dei cittadini. Da ultimo la Verì aveva dichiarato che il Governo regionale stava “predisponendo, in collaborazione con la Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila, il cronoprogramma per la messa in sicurezza del punto nascita del presidio peligno, così da portare a Roma una proposta concreta, che potrà essere sottoposta a un esame oggettivo da parte dei funzionari ministeriale”, una proposta che, evidentemente non è mai arrivata ed appare, come avevamo detto, tardiva, inefficace e non risolutiva. Siamo francamente stanchi delle vuote rassicurazioni sul tema che ci appaiono ancora più gravi perché riguardano la salute dei cittadini ed il futuro del nostro Presidio Ospedaliero. Abbiamo sentito solo chiacchiere. Si insiste sul “potenziamento del Punto Nascita” ma solo a parole. Non abbiamo visto un solo fatto ed i risultati sono questi. Non sono stati fatti interventi di adeguamento strutturale, né potenziamenti di organico. Nulla di nulla. Ed ora cosa si chiede? La mobilitazione territoriale? Beh, il territorio sul tema del Punto Nascita c’è sempre stato e sempre ci sarà. Quello che è mancato è stato l’impegno delle istituzioni che avevano potere decisionale. Ora c’è bisogno di conoscere quali sono, nello specifico, le proposte formulate dal governo regionale, e per conoscere quale è stato il livello di interlocuzione tra la Regione ed il Ministero. Prenderò quelle carte, se e quando mi verranno fornite, le studierò con attenzione e mi farò parte attiva per un confronto con gli operatori del settore, con le istituzioni locali, con i parlamentari regionali e con il Ministro Speranza. Dovremo cercare di costruire una interlocuzione seria e credibile per comprendere se sia possibile avviare un percorso di riqualificazione che tenga in considerazione le specificità territoriali ed i numerosi problemi degli utenti della sanità peligna. Abbiamo l’obbligo di costruire una azione ed un percorso che, speriamo, possa rimediare alla inerzia ed alla assoluta mancanza di volontà di questa giunta regionale la cui azione sta condannando la nostra sanità. A Marsilio chiedo, sin da subito, di interrompere ogni azione demagogica (la campagna elettorale è finita da tempo) e di passare ai fatti. Spero solo che non sia troppo tardi”. ( consigliera regionale, Marianna Scoccia)

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