SULMONA – Il picco c’è stato a novembre con 388 nuovi casi a fronte dei 1287 accertati dalla Asl, solo a Sulmona, dall’inizio dell’emergenza pandemica. Mentre nell’area peligno sangrina sono stati circa tremila i casi tracciati. A un anno esatto dal primo fronte di contagio non autoctono, il capoluogo peligno fa i conti con il Covid. Il report della Asl permette di rileggere la curva epidemiologica e di mettere a confronto i dati della prima, seconda e terza ondata. Come detto le più grandi criticità si sono registrate a novembre quando i pazienti stazionavano nell’area triage dell’ospedale di Sulmona e quando si registrò il caso dell’anziano di Villalago morto nel vecchio pronto soccorso dopo essere stato ospitato in ambulanza. Uno dei momenti più delicati dell’emergenza pandemica. Su quell’episodio sta ancora indagando la magistratura. La seconda ondata, per forza di cose, è stata la più contagiosa per la popolazione sulmonese: sono stati 388 i contagi a novembre, 312 dicembre, 224 a gennaio e 111 a febbraio. Numeri più contenuti nella prima ondata: marzo 2020 appena 22 casi, aprile 2020 25 casi, maggio e giugno un contagio a testa, luglio da Covid free e poi la ripresa in estate e in autunno con 57 casi agosto, 43 settembre e 93 ottobre. La terza ondata è partita bene con solo 10 casi accertati nei primi otto giorni di marzo. Ma ci sono dei fronti da controllare, ovvero la cerchia dei contatti legati ai nuovi positivi. Il bollettino ricorda che almeno in tre occasioni la città ha superato la soglia di allarme dell’1 per cento dei positivi in rapporto alla popolazione residente. Quanto basta per non allentare l’attenzione in un periodo dell’emergenza dove si avverte un certo rilassamento generale. La speranza riguarda la famosa accelerata sul fronte dei vaccini che ieri sera è stata annunciata dal sindaco, Annamaria Casini, nel corso del nostro speciale post tg dedicato all’anno pandemico. “Mi hanno assicurato dalla Asl che dalla prossima settimana partiranno le vaccinazioni per le fasce fragili e deboli”- annuncia Casini- “quanto agli over 80 voglio tranquillizzare tutti sul fatto che saranno chiamati perchè ora ci sono 500 dosi ma man mano questo numero crescerà gradualmente e arriverà altro personale”. Insomma nel frattempo bisogna armarsi di pazienza e di prudenza per tenere lontana la variante del Covid. Sempre in agguato. Fu sera e fu mattina. Un anno.
Andrea D’Aurelio