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PETTORANO SUL GIZIO. Si allarga l’inchiesta sul raid vandalico perpetrato l’altra notte, a Pettorano sul Gizio, a casa di una 50enne. La procura, che ha acquisito i video della “bravata” di tre giovani e la relazione dei carabinieri della compagnia di Castel di Sangro, sta cercando di capire se può esserci un nesso tra l’incursione notturna dello scorso 14 ottobre con l’incendio della vettura della donna del 24 maggio scorso. Il minimo comune denominatore potrebbe essere un 30enne di Sulmona, già noto alle forze dell’ordine che, in alcune occasioni, avrebbe rivendicato la paternità del rogo, come riferito dalla 50enne alle forze dell’ordine. Prima del raid dell’altra notte, quando sono stati distrutti i vetri della porta d’ingresso e dell’auto della donna (con una mazza di legno), nei pressi di un locale cittadino, era scoppiata una lite tra il 30enne e uno dei parenti della 50enne, in riferimento proprio all’episodio di maggio. Il 30enne, accompagnato da una giovane coppia, si è quindi recato in piena notte a casa della donna per il “rifornimento” di sostanze stupefacenti. Dopo aver incassato il “no”, ha danneggiato porta ed auto. Scena ripresa dalla 50enne e dal figlio minore che sarebbe stato anche minacciato di morte, stando sempre alla querela finita sul tavolo del sostituto procuratore, Edoardo Mariotti, che sta scandagliando le posizioni dei tre che, comunque, non hanno recitato lo stesso ruolo nella vicenda. Non si escludono sviluppi o comunque provvedimenti.

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