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SULMONA – Il Pm chiede l’archiviazione ma il querelante si oppone. Sarà il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Sulmona ad entrare nel merito della vicenda della microzo azione sismica, ovvero degli scavi eseguiti dal Comune di Sulmona in un terreno sito in località Marane, all’insaputa del proprietario. L’altro giorno il Sostituto Procuratore, Edoardo Mariotti, ha chiesto l’archiviazione al Gip per tre persone, rispettivamente capocantiere ed operai di una ditta aquilana poiché non sono emersi indizi di colpevolezza nel corso delle indagini preliminari. Di tutt’altro avviso il proprietario del terreno che si è opposto. Il Gip dovrà ora fissare l’udienza. Per la stessa vicenda in due, di cui un geometra del comune, sono imputati davanti al giudice di pace. I fatti risalgono al 18 febbraio 2021 quando il legale rappresentante di un’azienda di ripristino ambientale si era recato nella sede legale per ritirare la corrispondenza e aveva trovato il lucchetto completamente a terra e tagliato. Il cancello era aperto e all’interno vi erano due camion e più soggetti intenti a trivellare il terreno, utilizzando una macchina cingolata semovente, i quali dichiaravano di aver iniziato i lavori il giorno precedente per conto di un’impresa di Fossa, disposti dal Comune, ad eseguire indagini geotecniche, mediante carotaggi, finalizzate alla microzonazione sismica. Operazione finanziata dalla Protezione Civile. Tuttavia nessuna indagine era stata autorizzata dal querelante. Da qui l’intervento dei Carabinieri che avevano proceduto all’identificazione dei presenti. Rassicurato sul fatto che la cava sarebbe stata liberata, l’imprenditore si allontanò per poi rientrare in sede nel pomeriggio, costatando ancora la presenza di mezzi e la chiusura del cancello con nuovo lucchetto, senza poter entrare nella sua proprietà. Si rese quindi necessario un nuovo intervento dei Carabinieri che fecero allontanare gli occupanti, i quali si erano giustificati spiegando che il sito aveva uno scavo di profondità notevole come da indagini preliminari svolte e che per un mero errore c’era stato uno “scambio di persona”. Nel senso che era stato indicato ai presenti un altro proprietario che aveva fornito un primo informale assenso. Le giustificazioni non sono bastate per evitare la querela anche perchè le targhe che denominavano il terreno e la società di riferimento erano in bella mostra. L’ex Procuratore Capo, Giuseppe Bellelli, chiese l’archiviazione del procedimento al Gip perchè gli autori del fatto erano rimasti ignoti, nonostante i verbali di sommarie informazioni depositati dai Carabinieri. Il giudice per le indagini preliminari, Marta Sarnelli, ordinò accertamenti suppletivi nonchè l’acquisizione degli stessi. Da qui la seconda fase dell’inchiesta che ha portato il Sostituto Procuratore, Edoardo Mariotti, ad iscrivere sul registro degli indagati cinque persone. All’ingegnere dell’impresa di Fossa e al geometra dipendente comunale viene contestato il danneggiamento aggravato con l’aggravante per quest’ultimo di aver agito in qualità di pubblico ufficiale. Per entrambi i reati i due sono stati citati a giudizio. Mentre al capocantiere e agli operai veniva contestata la violenza privata per aver impedito l’accesso della persona offesa nel suo terreno con l’apposizione di un nuovo lucchetto. Imputazione che, per il Pm, nom è solida per essere sostenuta in un processo. L’avvocato del querelante, Cristiano Buzzelli, ha depositato opposizione alla richiesta di archiviazione. Per cui la seconda fase si giocherà sul tavolo del giudice per le indagini preliminari.

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