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E’ stata solo interlocutoria la riunione convocata per oggi dalla presidenza del Consiglio dei Ministri ( in modalità video conferenza) sull’autorizzazione del metanodotto Sulmona – Foligno, facente parte della Linea Adriatica, per “la ferma presa di posizione da parte dei Comuni di Sulmona e Pratola e della Provincia dell’Aquila, per cui sarà convocata prossimamente una seconda riunione ufficiale. A pesare per questa decisione è stata la mancanza dello studio sismico dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia” sottolinea il comitato cittadini per l’Ambiente.Per Sulmona vi hanno partecipato il sindaco Gianfranco Di Piero e gli assessori Catia Di Nisio e Attilio D’Andrea; per la Provincia dell’Aquila Maurizio Proietti e per il Comune di Pratola Peligna il sindaco Antonella Di Nino. Tutti hanno ribadito l’importanza dello studio sismico, che a tutt’oggi non c’è, come elemento propedeutico per poter proseguire con il procedimento autorizzativo. Essi, inoltre, hanno confermato la contrarietà alla realizzazione dell’opera, come attestato ripetutamente  dai rispettivi organi amministrativi. “A dir poco scandaloso è stato il comportamento della Regione Abruzzo che ha delegato a rappresentarla un funzionario del genio civile che ha dimostrato di  non conoscere il problema e che si è limitato a dire che il metanodotto è “strategico”, senza minimamente citare le numerose delibere di contrarietà e quindi di negazione dell’intesa con lo Stato, adottate dalla giunta regionale presieduta da Luciano D’Alfonso e come delegato all’ambiente Mario Mazzocca. Il rappresentanze del Governo ha affermato che il metanodotto sarebbe necessario per far fronte alle necessità di reperire nuove fonti di rifornimento di metano, da sostituire a quelle della Russia, conseguenza della guerra in Ucraina. “Il sindaco di Sulmona Di Piero ha puntualmente replicato che il metanodotto Sulmona – Foligno non ha  alcuna attinenza con la problematica degli approvvigionamento dall’estero di gas, ma riguarda  il trasporto e la distribuzione interna, e nel merito la rete è più che sufficiente, anzi sovradimensionata, avendo una capacità di assicurare ben 115 miliardi di metri cubi l’anno, mentre il consumo medio degli ultimi dieci anni non ha superato i 71 miliardi e mezzo” continua il comitato. “C’è da aggiungere che la Snam prevede un progressivo calo dei consumi, che nel 2030 saranno sui 60 miliardi di metri cubi.   Inoltre non è credibile parlare di strategicità e necessità dell’opera  dal momento che la stessa Snam ne prevede l’entrata in funzione nel 2034, quando l’Italia dovrà aver raggiunto l’obiettivo del 55% di decarbonizzazione del nostro sistema economico e nel 2050 dovrà abbandonare completamente le fonti fossili, gas compreso. La Snam non ha confutato i dati forniti dal sindaco di Sulmona che dimostrano platealmente l’inutilità dell’opera. Ma ha sostenuto che il metanodotto sarebbe necessario per assicurare l’erogazione  del gas nei momenti di picco massimo giornaliero, che si verificano in inverno. Una tesi, questa, completamente infondata perché è proprio la Snam ad aver attestato che, in occasione del picco massimo verificatosi negli ultimi 20 anni, ed esattamente il 6 febbraio  2012, tutte le utenze erano state regolarmente servite. Inoltre, dai Piani Snam risulta che quel picco, in futuro, non sarà più raggiunto. Il professore Doglioni, presidente dell’INGV, ha ammesso che non esiste lo studio sismico sul tracciato commissionato all’Istituto dal Ministero dello Sviluppo Economico, ma non ha chiarito né che tipo di studio sarà né quando sarà fatto. E’ parso di capire che addirittura l’intervento dell’INGV potrebbe essere successivo all’autorizzazione del metanodotto, il che è francamente inconcepibile dopo che lo studio INGV sulla centrale di compressione ha dimostrato la enormi carenze di quello predisposto dalla Snam.In definitiva il Governo e i rappresentanti dei Ministeri intervenuti (Sviluppo Economico, Transizione Ecologica e Cultura) continuano a spalleggiare acriticamente le assurde pretese della Snam di voler realizzare, contro ogni evidenza, un’opera dannosa, assolutamente inutile, e che attraverso le bollette, già abnormemente esose , verrebbe pagata dai cittadini italiani” conclude il comitato.

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