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SULMONA – Il fatto non costituisce reato. Con questa formula il giudice monocratico del Tribunale di Sulmona, Concetta Buccini, ha assolto una 56 enne residente in città, R.T., che era finita sotto processo per la manifestazione no green pass non autorizzata dalla Questura dell’Aquila. I fatti risalgono all’8 gennaio 2022, ancora durante lo stato di emergenza proclamato dal governo, quando il movimento aveva programmato una conferenza stampa al mattino in piazza XX Settembre per illustrare ragioni e iniziative mentre nel pomeriggio era stata fissata la manifestazione pacifica nella centralissima piazza Garibaldi. Solo quest’ultimo evento era passato sotto il vaglio del Questore che, visto lo scarso preavviso temporale, aveva espresso il suo diniego per la conferenza che si è svolta senza autorizzazione. Ne è scaturito un procedimento per la 56 enne e per il promotore dell’evento che dovrà affrontare un processo per l’articolo 18 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, secondo il quale “i promotori di una riunione in luogo pubblico o aperto al pubblico, devono darne avviso, almeno tre giorni prima, al Questore. È considerata pubblica anche una riunione, che, sebbene indetta in forma privata, tuttavia per il luogo in cui sarà tenuta, o per il numero delle persone che dovranno intervenirvi, o per lo scopo o l’oggetto di essa, ha carattere di riunione non privata”. Se l’organizzatore dell’evento andrà a processo, la posizione della donna è stata stralciata con il rito abbreviato celebrato ieri nel corso del quale l’avvocato difensore, Massimo Carugno, ha ricordato due recenti disposizioni della Corte Costituzionale, secondo la quale chi interviene ma non organizza riunione non autorizzata non ha alcuna responsabilità poichè la condotta non viene intesa come partecipazione attiva. E’ proprio il caso della 56 enne che era intervenuta nella conferenza ‘irregolare’ ma non l’aveva organizzata nè sapeva che il Questore aveva negato l’autorizzazione. “Si tratta di procedimenti che vanno solo ad ingolfare il sistema della giustizia”- ha commentano la donna che incassa l’assoluzione con formula piena. Il fatto non costituisce reato.

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