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SULMONA – Impiantistica da sostituire ed adeguare nell’ala Bolino dell’ospedale dell’Annunziata. Con circa 6 milioni di euro, ottenuti con i fondi Pnrr, la direzione generale dell’azienda sanitaria ha dato il via libera, con apposita determinazione, per la progettazione definitiva/esecutiva dei lavori di adeguamento e riqualificazione dell’ala in questione e ha stabilito di indire la gara d’appalto per l’affidamento delle prestazioni mediante procedura aperta di rilevanza comunitaria con il criterio dell’offerta economica più vantaggiosa. Gli impianti saranno adeguati e sostituiti nei reparti di pediatria, ostetricia e ginecologia, blocco parto ed operatorio. Con altra progettualità sarà abbattuta l’ala vecchia per dare vita alla centrale operativa territoriale che ha lo scopo di collegare la sanità ospedaliera con il territorio. Progettualità non mancano ma la sanità continua a viaggiare su due velocità. Strutture moderne e super efficienti ma fortemente depauperate per la carenza di personale che arriva ai massimi storici. Se ne sono accorti nelle ultime ore anche i politici, probabilmente per l’effetto della protesta fissata per il prossimo 13 maggio nella centralissima piazza XX Settembre. La mancanza di medici in ospedale ha ridotto al lumicino il servizio di ematologia con il solo medico che per 15 giorni erogherà il servizio per una sola volta alla settimana. Non se la passano meglio l’oncologia, il centro trasfusionale, l’oculistica che resta senza materiali per operazioni di cataratta. Pronto soccorso con un solo medico per turno. Nonostante gli sforzi degli operatori, una coppia di anziani l’altro giorno dopo sei ore di attesa ha cambiato nosocomio e si è recata nel vicino presidio di Popoli. Medici carenti anche per la visita endocrinologica, gastroenterologica e per un doppler. In alcuni casi bisogna attendere fino a 33 mesi. Sul territorio la situazione non è migliore. La carenza di pediatri ha disorientato 1400 famiglie mentre decine di bambini sono rimasti senza terapie per il venir meno di psicoterapeuti nel centro di neuropsichiatria infantile. Investimenti servono sulle risorse umane e sulle strumentazioni. Diversamente le efficienti strutture si trasformano in scatole vuote. Nel giro di 48 ore la sanità torna ad essere sulla bocca di tutti anche di chi, transitando in viale Mazzini, volgeva lo sguardo dall’altra parte dell’ospedale. La speranza è che i riflettori non si spengano. Anche per questo il Tribunale per i diritti del Malato, con la sua coordinatrice Catia Puglielli, sta pianificando la manifestazione territoriale.

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