SULMONA – Sei positività riscontrate su circa 180 tamponi effettuati. E’ questo il bilancio dei primi dieci giorni dell’attività di screening portata avanti dai medici di famiglia che, in forza della convenzione siglata dalla Regione, hanno allestito la postazione al Palasport, messa a disposizione dal Comune, per svolgere i test antigienici rapidi ai propri pazienti, unitamente a Croce Rossa e Protezione Civile. Non un screening di massa ma un’opportunità riservata esclusivamente ai contatti di casi accertati e ai sospetti Covid ma che ha permesso comunque, soprattutto in questo periodo, di disinnescare dei focolai più vasti in ambiente scolastico.  Le sei positività scoperte, caricate sul portale, afferiscono infatti al focolaio che sta interessando le scuole e sta pesando sulla curva epidemiologica. “E’ una esperienza molto interessante perchè mette insieme tutti i medici di medicina generale di Sulmona per dare il proprio contributo al sistema e fare qualcosa di utile in questo momento di emergenza pandemica”- afferma Roberto De Santis che in una nostra intervista, disponibile nella versione integrale su youtube, ha fatto il punto della situazione tanto sull’iniziativa quanto sul rapporto tra sanità ospedaliera e territoriale che si fa sempre più fatica a legare. I medici di famiglia non si sono risparmiati dopo l’accordo siglato dalla Regione nonostante che, dalla stessa Regione, non sia mai arrivato l’ok per realizzare il famoso ambulatorio unico, ovvero la cosiddetta “casa della salute”, ovvero un punto di riferimento importante per la medicina del territorio. Una proposta che viene reiterata da tre anni senza riscontri positivi ma i medici non mollano. Lo screening al Palazzetto andrà avanti fino al 3 aprile e vede 17 medici di famiglia in campo. Il servizio è attivo dal martedì al venerdì, dalle 14.30 alle 17, previa prenotazione diretta presso il proprio medico di base. Ma lo screening, come detto, è riservato ai sospetti Covid e ai contatti di casi accertati. Oltre all’esercito di volontari in campo, anche i medici lanciano il cuore oltre l’ostacolo per intercettare, nell’alveo dei propri pazienti, i positivi asintomatici. Con la speranza che, agendo su più fronti, la prevenzione serva per bloccare il contagio.
Andrea D’Aurelio