“Per contrastare la crisi causata dalla scarsità di precipitazioni nevose e dalla conseguente diminuzione delle presenze turistiche, dal 1° novembre 2023 al 31 marzo din quest’anno, ai Comuni montani degli Appennini è riconosciuto un contributo a fondo perduto in favore degli esercenti le attività turistico-ricettive, connesse allo sci, che operano nei comprensori e delle aree della dorsale appenninica autorizzando una spesa di 13 milioni di euro per quest’anno”. Ha dichiarato uno degli ultimi pastori abruzzesi, Nunzio Marcelli, di Anversa degli Abruzzi (L’Aquila) coordinatore, di ‘Rete Appia’ e del Consorzio Igp agnello del Centro Italia, criticando l’iniziativa di sostegno che non ha tenuto conto dell’attività della pastorizia. “Da molto tempo la pastorizia, soprattutto negli Appennini, sta diminuendo notevolmente e questo fenomeno non suscita nesusn tipo di alalrme, né di impegno affinchè sia garantito un uso compatibile delle risorse. I posti di lavoro che si perdono, le imprese che chiudono, tutto questo sembra non interessare eppure, sia come posti di lavoro sia come altre attività, il comparto garantisce interessanti produzioni di reddito e di prodotto interno lordo, ma ci sono anche altre implicazioni come ad esempio l’inselvatichimento delle praterie che determina la chiusura di quel microambiente che è costituito dalla prateria, elemento di biodiversità di valore pregevole – ha concluso – Perchè un’attività come quella dello sci, giustamente suscita l’interesse del Governo con contributi cospicui per mantenere i livelli occupazionali e le perdite, mentre invece un’attività come quella della pastorizia, da secoli fattore di sviluppo primario di tutta l’economia della montagna abruzzese, viene così sottaciuta. Si sente ogni tanto qualche sussulto per quanto riguarda la determinazione dei prodotti tipici, ma nessuno si preoccupa del fatto che questa attività, la pastorizia, sta scomparendo”.