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SULMONA – “Se chiude questa azienda chiude l’intera città”. Buona adesione allo sciopero dei metalmeccanici allo stabilimento Magneti Marelli di Sulmona. Circa 200 persone tra operai e organizzazioni sindacali si sono dati appuntamento questa mattina davanti alla fabbrica sulmonese per dare vita al presidio. In totale sono 600 i lavoratori che incrociano oggi le braccia, suddivisi nei tre turni di lavoro. Uno sciopero che ha richiamato vari rappresentanti istituzionali, dopo il campanello d’allarme degli esuberi. “Dobbiamo aprire subito un tavolo istituzionale a livello nazionale”- tuonano i sindacati- “vanno chiarito le singole specificità e le visioni di mercato. La Regione Abruzzo deve rivedere le priorità. Non può pensare solo al turismo”. La protesta si è accesa nel momento in cui un operaio ha preso la parola ricordando che “da un futuro roseo siamo passati a prospettive preoccupanti”. “Bisogna attivarsi”- concludono gli operai- “altrimenti chiude la città”. Sull’argomento, per aggredire la grave vertenza occupazionale, sono state annunciate un’interrogazione parlamentare a cura di Michele Fina e una e risoluzione in Consiglio Regionale di Marianna Scoccia. Magneti Marelli di Sulmona, la storica azienda produttrice di sospensioni per automezzi che occupa 500 lavoratori, 135 dei quali però saranno considerati esuberi nel 2024, dopo i 90 di quest’anno, così come comunicato dall’azienda in un incontro con le organizzazioni sindacali. E la stessa azienda ha già fatto sapere che per il 2024 si andrà avanti anche con il contratto di solidarietà, già applicato quest’anno. Da Sulmona, infatti, arrivano le forniture per lo stabilimento Stellantis di Atessa, sempre in Abruzzo, dalle cui linee esce il furgone Ducato la cui produzione però è destinata a contrarsi di 200mila unità nel 2024.

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