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SULMONA – Una serie di strade chiuse proprio nei giorni rossi sul calendario con tutti i rischi connessi per l’economia delle zone interne e del turismo. L’ordinanza emessa ieri dalla Provincia dell’Aquila, che già ha fatto il giro dei social seminando rabbia e preoccupazione, ha fatto scattare una formale diffida via pec per l’improvvisa chiusura della strada regionale che da Campo di Giove passa per Fonte Romana. Secondo albergatori e titolari delle strutture ricettive del posto la chiusura dell’arteria stradale non avrebbe consentito il raggiungimento di tante località turistiche e in particolare del complesso di Passo San Leonardo. Da qui la diffida alla Provincia, presentata dallo studio legale Vittorio Masci e Anna Berghella, che già questa mattina ha provveduto a riaprire la strada. “Ieri sera abbiamo quindi diffidato via pec la Provincia a consentire il transito e trovato assoluta disponibilità e rassicurazioni del Presidente Angelo Caruso a riaprire la strada sin da stamattina a tutela delle attività economiche altrimenti gravemente penalizzate dall’improvviso provvedimento. Abbiamo avuto la rassicurazione dal Presidente inoltre che l’ordinanza sarà rivista immediatamente. Pertanto la strada per raggiungere Passo San Leonardo da Campo Di Giove è aperta”- rimarcano i due avvocati. L’ordinanza aveva già scatenato la reazione del comitato Frentana Aperta che da mesi chiede la riapertura del Valico della Forchetta e il provvedimento riguardante la strada per Fonte Romana sarebbe stato una beffa. Ma l’elenco delle strade chiuse, per la tutela della pubblica incolumità, fa riferimento anche a una parte della strada per Caramanico Terme 487, strada provinciale 2 del lago di Campotosto per Barrea il limite di 30 km orari lungo Forca D’Acero, alla strada provinciale 54 Fonte romana con divieto di transito ai veicoli su due ruote bici e motocicli lungo la Marsicana, Forca D’Acero, Sannite, dorsale Palentina. E ancora un pezzo della 479 a Scanno a San Liborio dove i sindaci della zona si sono già mobilitati. Ce ne è abbastanza per scatenare la rabbia degli operatori turistici.

Andrea D’Aurelio

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