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SULMONA. Sale la protesta nella palazzina Ater di via Aldo Moro, a Sulmona, dopo il via libera allo sgombero, arrivato nei giorni scorsi nel corso di un vertice che si è tenuto a Palazzo San Francesco tra Comune di Sulmona e Ater. Cinque famiglie che vivono nell’edificio dovranno fare le valigie e trasferirsi in altri alloggi già individuati dall’Ater. Lo sgombero si è reso necessario per i lavori di adeguamento sismico della palazzina che, secondo i tecnici dell’agenzia territoriale per l’edilizia residenziale, sono “improcrastinabili ed urgenti”. Lo scorso 14 luglio, dopo le prime proteste dei residenti che avevano minacciato di adire le vie legali, era stato effettuato un sopralluogo sul posto dal sindaco, Gianfranco Di Piero e dal comandante-dirigente della polizia locale, Domenico Giannetta. L’Ater aveva quindi deciso di sospendere lo sgombero, per approfondire la questione e trovare cinque alloggi per ospitare temporaneamente le famiglie. Ora, dopo due mesi, Comune e Ater hanno siglato un accordo, attraverso il quale è stato dato l’ok allo “sfratto”. “Un trasferimento in attesa di effettuare i lavori sulla palazzina”- precisa l’assessore comunale al sociale, Paola Fiorino. Una soluzione che non ha rallentato le proteste degli inquilini, pronti a rivolgersi alla procura della repubblica di Sulmona, se non arriveranno precise rassicurazioni da Ater e Comune sulla durata dei lavori e sullo stato dei nuovi alloggi individuati. “Abbiamo effettuato interventi a spese nostre su quella palazzina e ora ci dicono che l’indice di vulnerabilità è basso. Vogliamo conoscere anche l’indice delle case che ci hanno messo a disposizione. Da tempo abbiamo richiesto gli atti che non hanno ancora esibito. E’ un nostro diritto”- interviene Concezio Agostinelli, il figlio di un’anziana residente nella palazzina. Il problema riguarda anche le dimensioni degli alloggi provvisori che sarebbero inferiori rispetto a quelli attualmente occupati. “Come si può pensare di passare da un’abitazione di 90 metri quadri ad una di 40?”- si chiede Agostinelli, preoccupato anche per le sorti degli arredi e del mobilio, oltre che per lo stato di salute degli inquilini sfrattati. Tra i cinque nuclei familiari, ci sono anche diversi anziani. “Non ci hanno informato di nulla. E’ stato sottoscritto un verbale e noi siamo stati tenuti all’oscuro di tutto. Vogliamo rassicurazioni sul rientro in tempi brevi, un impegno da mettere nero su bianco”- conclude Agostinelli che non esclude di ricorrere alla magistratura se non arriveranno le attese risposte. Intanto si apre uno spiraglio per l’assegnazione delle case popolari. In 89 avevano risposto al bando pubblicato dal Comune nel 2021. La graduatoria definitiva era stata resa nota lo scorso giugno. Ora, burocrazia permettendo, i richiedenti avranno le chiavi in mano

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