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SULMONA – Rischiano il processo per la “spedizione” negli uffici del Caf di vico del Vecchio a poche ore dalla presunta violenza sessuale. Si tratta di madre e figlio, rispettivamente di 50 e 20 anni e di un altro giovane, per i quali è stata fissata l’udienza predibattimentale per il prossimo 18 giugno. I tre sono imputati di lesioni personali nei confronti di un 52 enne che la scorsa settimana era finito davanti al gup per violenza sessuale. La vicenda giudiziaria non è altro che il “secondo tempo” di una storia dai contorni delicati e ancora da chiarire. Tutto nasce dalla denuncia del 20 enne, residente sul comprensorio che si sarebbe recato, il 29 luglio 2022, negli uffici del sindacato, per sbrigare alcune pratiche relative alla disoccupazione. A quel punto sarebbe stato avvicinato dal dipendente dell’ufficio che, secondo quanto riferito dal ragazzo in querela e cristallizzato nell’incidente probatorio, gli avrebbe infilato le mani tra i pantaloni, anche nella parte posteriore, toccandogli gli organi genitali. Il 20 enne inizialmente avrebbe lasciato il luogo. Nel pomeriggio avrebbe raccontato tutto in famiglia tant’è che in cinque si erano recati la sera stessa nell’ufficio per il “processo fai da te” che fece scattare l’intervento di tre pattuglie dei Carabinieri. Ne scaturì una lite furibonda tra le parti. Il 20 enne, la madre e il 52 enne rimediarono una prognosi che oscillava da cinque a sette giorni. Si sono quindi aperti tre processi. Due a carico del 52 enne per lesioni e violenza sessuale, accusa che l’uomo ha respinto ritenendo che un episodio simile non poteva verificarsi in un ufficio pubblico, e uno a carico dei tre ( madre, 20 enne e coetaneo di quest’ultimo), accusati sostanzialmente di aver fatto tutto da soli: processo e “condanna”. Per le lesioni sarà il giudice a decidere se l’accusa è solida per essere sostenuta in giudizio

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