SULMONA- Accesso indebito di dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti. Per questo reato un ex detenuto del carcere di massima sicurezza di Sulmona, V.D.M., è stato condannato alla pena di dieci mesi e venti giorni di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali, dal giudice monocratico, Francesca Pinacchio. La vicenda risale al 23 novembre 2021. Dopo un esposto anonimo, che era pervenuto ai “piani alti” del penitenziario peligno, era scattata una perquisizione che aveva portato gli agenti a scoprire e sequestrare un telefono nella cella condivisa da due detenuti, tra cui l’imputato che si è difeso, spiegando al giudice che il dispositivo apparteneva al suo compagno di “stanza”. Il telefono era stato analizzato tramite una consulenza tecnica che aveva permesso di accertare che era stato usato per comunicare con terze persone, familiari e non solo, tant’è che alcuni messaggi erano stati cancellati. Il giudice ha condannato così l’imputato che dovrà restare in carcere per dieci mesi in più anche se la sentenza sarà appellata. Il caso dei telefoni dietro le sbarre, negli ultimi anni, continua a preoccupare. Nel 2022 ne furono sequestrati una ventina. Nel 2023 fu arrestato perfino un agente penitenziario, accusato di averne introdotti tre. La scorsa settimana era stato rinvenuto e sequestrato un sacco pieno di telefoni nel perimetro della struttura penitenziaria. (a.d’.a.)