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SULMONA – “La tutela di un bene prezioso qual è la salute dei cittadini richiede che si proceda sulla base di dati scientifici che siano pienamente affidabili. Ci auguriamo pertanto che gli enti pubblici che si accingono a predisporre un programma di monitoraggio senza adeguati presupposti tecnici, vogliano ripensare tale scelta che, diversamente, rischia di vanificare la valutazione della campagna di monitoraggio”. Lo affermano i comitati cittadini per l’ambiente all’indomani dell’ultima Conferenza dei servizi dove si è deciso di installare due centraline per il monitoraggio della qualità dell’aria, una vicino lo Stadio Comunale Pallozzi e l’altra a Case Pente dove la Snam vuole realizzare centrale e metanodotto. Ma i comitati, proprio sul monitoraggio dell’aria, esprimono non poche perplessità. “Nel corso della Conferenza, i rappresentanti dei Medici e dei Comitati hanno più volte chiesto di conoscere in base a quali criteri veniva fatta la scelta del numero e della localizzazione delle centraline. A queste domande, i dirigenti ARTA hanno dato risposte del tutto insoddisfacenti. I rappresentanti dei Medici e dei Comitati hanno in proposito sottolineato che la Valle Peligna ha caratteri meteo-climatici particolari essendo una conca chiusa circondata da montagne alte anche 2000 mt. e con una forte presenza del fenomeno dell’inversione termica. Ne consegue che, prima di decidere quante centraline e dove collocarle (le disposizioni ministeriali prescrivono non due, ma una ‘rete di monitoraggio’), bisogna acquisire necessariamente i dati relativi alle specifiche condizioni climatiche della Valle Peligna relativamente a parametri quali pressione, umidità, soleggiamento, precipitazioni, nuvolosità, velocità e direzione del vento e livelli di turbolenza”- intervengono i comitati che non abbassano la guardia.

Andrea D’Aurelio

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