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L’AQUILA – Otto mesi di reclusione, una multa da 2 mila euro e il pagamento delle spese processuali. E’ questa la pena inflitta dai giudici della Corte d’Appello dell’Aquila ad un ex educatore di casa famiglia, il 37 enne S.D.B, finito alla sbarra per la cessione di sostanza stupefacente ad un minore. La Corte d’Appello, accogliendo parzialmente il ricorso depositato dall’avvocato difensore, Maria Grazia Lepore, ha dimezzato la pena per l’imputato. Dai diciotto mesi inflitti dal Gup del Tribunale di Sulmona, il 7 aprile dello scorso anno, si è passati ad otto mesi. La vicenda risale al 26 agosto del 2020. Il giovane sarebbe stato scoperto con nove piante di cannabis sul balcone di casa. Una piccola piantagione che gli uomini delle Fiamme Gialle individuarono dopo accurati accertamenti investigativi, assieme a 6 grammi di marijuana e 1 grammo di hashish, oltre a materiale per il confezionamento della sostanza. Sempre secondo l’accusa il 36 enne sarebbe stato colto in flagranza di reato, tanto da essere ristretto agli arresti domiciliari, mentre cedeva uno stupefacente a un minore. Ipotesi che fu contestata dalla difesa secondo la quale non ci sarebbe stato alcun passaggio di denaro. L’imputazione è stata di fatto ridimensionata, nel senso che è caduta la contestazione dell’articolo 80 del testo unico per gli stupefacenti, ovvero la cessione a minori. Già il Tribunale di Sulmona aveva inquadrato l’episodio nell’alveo della lieve entità del fatto. I giudici aquilani hanno ridotto ulteriormente la pena in appello.

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