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L’AQUILA – 9 persone sono state raggiunte dalla misura cautelare della custodia in carcere, 4 da quella degli arresti domiciliari e 3 dall’obbligo di dimora nel comune di residenza. Questi i provvedimenti disposti dal Gip del Tribunale di L’Aquila, dr.ssa Guendalina Buccella, su richiesta del Sostituto Procuratore, dr.ssa Roberta D’Avolio, per la maxi operazione della Polizia aquilana che ha sgominato un traffico di droga tra L’Aquila e la capitale. A seguito del tragico decesso di un cittadino aquilano, avvenuto per presunta overdose da eroina, sono state avviate le attività investigative che hanno consentito di individuare la presenza di un folto gruppo di soggetti, italiani ed extracomunitari, dediti all’illecita attività di procacciamento e successiva cessione di eroina nel territorio aquilano, favoriti in ciò dalla notevole richiesta di tale sostanza da parte di numerosi tossicodipendenti. Le indagini svolte hanno permesso di attribuire chiare e precise responsabilità a ciascun indagato, anche grazie agli esiti delle attività tecniche di intercettazione telefonica e ai riscontri ottenuti nel corso dei numerosi servizi di polizia giudiziaria esperiti, che sono spesso sfociati in sequestri di sostanza stupefacente con conseguenti denunce e arresti operati nella flagranza di reato. E’ stato dimostrato come gli indagati abbiano immesso, nel “mercato aquilano”, ingenti quantitativi di eroina, fatto avvalorato anche dalle dichiarazioni rese dai numerosi acquirenti le quali, oltre a confermare quanto riscontrato nel corso delle attività investigative, hanno consentito di stabilire la presenza di una regolare e continua attività di spaccio della droga da parte degli attuali indagati. Gli stessi, infatti, erano soliti rifornirsi di eroina nella Capitale, dove si recavano con cadenza quasi giornaliera, utilizzando sia autovetture che mezzi di trasporto pubblici, e, previ contatti telefonici con i rifornitori extracomunitari, si incontravano in zona Torre Angela per l’acquisto dello stupefacente, al costo di circa 50 euro al grammo. Rientrati a L’Aquila, consumavano parte della droga acquistata e ne rivendevano il resto ai locali “clienti”, assicurandosi così disponibilità economiche per i successivi acquisti; in molte occasioni, gli stessi rifornitori stranieri partivano da Roma alla volta di L’Aquila per consegnare la droga agli indagati aquilani che, a loro volta, la distribuivano in città. (a.d’.a.)

 

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