SULMONA – Lo stanno seguendo dai primissimi attimi della sua protesta e non lo hanno mai lasciato solo. Già dalla prima sera sono accordi davanti quei blocchi di cemento dove Francesco ha cominciato lo sciopero della fame. Al terzo giorno di protesta arriva lo sfogo di AltreMenti Valle Peligna sta sostenendo la battaglia e punta il dito contro le istituzioni. ” La Valle Peligna” spiegano da AltreMenti “non sia un luogo per giovani (e non solo)”. Francesco, dopo essersi laureato e aver maturato esperienze lavorative fuori dalla Valle Peligna, ha fatto una scelta coraggiosa, quella di sviluppare e radicare la propria vita nella sua terra d’origine. Il giovane è il titolare del ristorante di Fonte Romana, un’attività di ristorazione sostenibile e poco impattante, che valorizza una struttura preesistente. “Nonostante ciò, Francesco” continuano da AltreMenti “ha scoperto, il 24 aprile, che ogni strada d’accesso alla sua attività era stata sbarrata senza preavviso. Che i suoi clienti non potevano più raggiungere un ristorante che avevano già prenotato da tempo. Che questo diventava accessibile solo a piedi o in elicottero. E che, d’improvviso, lui e i suoi collaboratori si ritrovavano nell’impossibilità di continuare un progetto in cui avevano investito energie e speranze”. Francesco ha deciso allora di iniziare uno sciopero della fame fino al momento in cui sarà certo che la strada verso Fonte Romana sia riaperta. “È una vicenda, quella di Francesco” rimarcano “che racconta della malagestione, dell’incuria e dell’abbandono totale in cui versano le aree interne, periferiche e di montagna. La Valle peligna si ritrova strozzata dalla mancanza di solidarietà tra le istituzioni locali. A quest’ultimo riguardo basta osservare un dato: l’altroieri, durante la contestazione contro la chiusura della strada regionale 487 e della provinciale 54, erano assenti diversi rappresentanti istituzionali della Valle peligna. Il comprensorio peligno non è, dunque, un paese per giovani (e non solo). Ma non a causa dei suoi giovani, troppo spesso additati ingiustamente come fannulloni. La Valle peligna non è un paese per giovani a causa di una politica latitante, presente solo per le sfilate davanti alle telecamere”. “Vogliamo una politica delle piccole opere” concludono dal Collettivo AltreMenti “della cura quotidiana, degli interventi costanti e ragionati. Vogliamo una politica che si occupi di chi vive in Abruzzo, dei suoi diritti e dei suoi bisogni”.
Andrea D’Aurelio