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SULMONA – E’ passato praticamente un anno dalla primavera del 2016 ma delle pratiche per occupare il suolo pubblico ancora nessuna traccia. Sono circa trenta le richieste arrivate a suo tempo negli uffici da Palazzo San Francesco con commercianti e titolari delle attività produttive che restano in attesa dei permessi necessari per allestire i tavoli all’aperto ed esporre la propria merce. I tempi lunghi degli uffici di Palazzo San Francesco cominciano a recare non pochi problemi ai commercianti che, pur non avendo ancora ottenuto l’autorizzazione da parte del Comune, hanno deciso di occupare il suolo pubblico perché- fanno notare- “non possiamo aspettare il giorno fatidico del rilascio delle pratiche, qui c’è una microeconomia del centro storico che sta morendo”. L’argomento tiene banco nelle piazze e nei quartieri della città ed è stato al centro di un recente incontro fra l’assessore comunale alle politiche del commercio Cristian La Civita e gli stessi esercenti. Si punta a una domanda triennale come suggerito dall’assessore nella scorsa estate. “Puntiamo a una revisione completa del servizio”- afferma La Civita che ha rassicurato gli esercenti che hanno occupato il suolo pubblico pur non avendo l’autorizzazione ma avendo inoltrato regolarmente la domanda al Comune. La preoccupazione era sorta dopo i controlli avviati dalla Polizia Municipale che ha elevato decine di verbali nei giorni scorsi per stanare i commercianti che occupano abusivamente il suolo pubblico. “La sanzione viene applicata solo per quei esercenti che non hanno presentato la domanda al Comune in tempo utile e di fatto occupano uno spazio non avendo l’autorizzazione”- spiega il Comandate della Polizia Municipale Antonio Litigante che rassicura l’altra fascia dei commercianti, quella in regola. “Chi ha presentato domanda e sta pagando l’occupazione di suolo pubblico non incorrerà in alcuna sanzione anche perché è il Comune che deve rilasciare le pratiche”- aggiunge Litigante. Tavoli all’aperto e merce esposta in ogni caso non mancano anche perché le multe sono irrisorie. La normativa prevede una sanzione dai 25 a 250 euro ma alla fine si applica il doppio del minimo, vale a dire 50 euro.

Andrea D’Aurelio

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