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L’AQUILA – Il presidente della Provincia dell’Aquila, Antonio De Crescentiis, questa mattina ha consegnato nelle mani del Prefetto Giuseppe Linardi un esposto cautelativo per denunciare i gravi danni che i tagli imposti alle Province negli ultimi anni stanno causando alla gestione degli Enti, compromettendo gravemente gli interventi su scuole superiori e strade. Analogo esposto è stato poi depositato presso la Procura della Repubblica del capoluogo e alla sezione regionale di controllo della Corte dei Conti abruzzese. L’iniziativa rientra nella più ampia mobilitazione che tutte le Province italiane stanno portando avanti in questi giorni per difendere servizi e sicurezza delle comunità e dei territori, in attesa di avere dal governo lo stanziamento di risorse adeguate nel decreto enti locali in vista della della scadenza imminente del 31 marzo, data entro la quale le Province dovranno approvare i bilanci di previsione 2017, a pena di dichiarazione di dissesto degli Enti. “Il dato di maggior allarme – si legge nell’esposto – è che, in virtù dei provvedimenti di spending review e degli obblighi di riversamento allo Stato dei tributi propri previsti dalla legge 190/14, le Province, anziché poter utilizzare le risorse proprie per le funzioni ad esse attribuite, devono riversarne l’intero ammontare allo Stato, determinando in questo modo un sostanziale azzeramento delle tre principali entrate degli Enti: l’imposta provinciale di trascrizione, l’imposta sulle assicurazioni Rc auto e il tributo provinciale per i servizi di tutela, protezione e igiene dell’ambiente”. “Abbiamo aderito con forza alla mobilitazione nazionale condivisa e organizzata dall’Upi – ha sottolineato il presidente della Provincia dell’Aquila Antonio De Crescentiis – in una battaglia finalizzata a tutelare servizi fondamentali per la vita dei cittadini, quali la sicurezza nelle scuole e quella altrettanto importante delle strade”. “Per rendere l’idea della situazione – aggiunge – basti pensare che per il 2017 la Provincia dell’Aquila, a fronte di entrate proprie pari a 33,5 milioni dovrà riversare allo Stato ben 21 milioni e 171mila euro; se si considera che la spesa per le funzioni fondamentali è di 25 milioni, abbiamo uno squilibrio di ben 12 milioni e 671mila euro: una situazione che comporta gravi danni non solo ai cittadini, ma anche allo stesso Ente che potrebbe non essere in grado di far fronte alle proprie funzioni istituzionali, correndo il rischio di incorrere in gravi responsabilità morali e patrimoniali, e ponendo in capo ai dirigenti ed ai funzionari delle stesse il rischio di incorrere anche in gravi responsabilità penali”. “Con l’esposto – conclude– chiediamo che vengano valutate dalle autorità competenti le eventuali condotte illecite omissive e/o commissive alla base di questa situazione davvero insostenibile”. (Red)

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