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SULMONA. Nessuno scempio per i tigli di piazza Garibaldi. Lo precisa il vice sindaco, Sergio Berardi, che risponde per le rime agli ambientalisti. Di seguito la nota. “Di quale crimine si è macchiata questa Amministrazione Comunale? Quale devastazione ha prodotto nel cuore più significativo del suo ambiente urbano? Conoscere gli alberi vuole dire capire il loro crescere geometricamente perfetto, spirale dopo spirale, i rami angolati rispetto al tronco secondo un disegno specie per specie. Significa comprenderne il ruolo nella città costruita, di partecipazione alla formazione dell’ambiente urbano e alle sue forme. Significa interrogarsi sul loro stato di salute e vigilare sul loro benessere attraverso un’attenta osservazione degli aspetti esteriori e dei sintomi visibili del loro disagio.
E’ questo quello che questa Amministrazione ha compiuto in maniera opportuna, affidandosi all’approccio scientifico, alle diagnosi realizzate con gli strumenti propri dagli specialisti. Si chiamano Visual Tree Assessment o succhiello di Pressler, le metodologie d’indagine adottate per comprendere lo stato di salute delle alberature della nostra città. Dei sessantatre individui di Tilia platyphyllos che circondano Piazza Garibaldi, sono stati riconosciuti solo diciotto esemplari descritti nella relazione del Dott. Filippo Fernandez come secchi e senza possibilità di ripresa e per questo destinati alla sostituzione. Erano esemplari la cui funzione ornamentale era smarrita da tempo mentre erano chiare le propensioni al cedimento con conseguenti livelli di pericolosità per la pubblica incolumità che ne suggerivano l’abbattimento.
Ciascun esemplare è stato studiato analizzandone le spire profonde, le caratteristiche dentrometriche e valutati nelle condizioni bio-statiche. Un esame che ha prodotto una accurata relazione specialistica condotta in un intervallo temporale cospicuo e che ha consentito di riconoscere la presenza di cavità all’interno dei tronchi dovute alla presenza di carie di dimensioni tali da comprometterne la vitalità.
Problemi che -descrive l’agronomo- portano nel tempo alla morte degli alberi e ad un graduale irreversibile peggioramento delle condizioni di sicurezza e che denotano un’azione vitale ormai compromessa.Inoltre quei pochi esemplari apparentemente ancora vitali presentavano anomalie significative come la forte inclinazione del fusto o lo strozzamento del colletto, tali da fare ritenere il fattore di sicurezza molto ridotto. Le cavità, e le carie interne ai fusti sono state tutte riscontrate nelle sezioni rivelate dagli abbattimenti e in nessun caso sono state registrate condizioni non previste. Come si vede nessuno scempio ma solo un intervento necessario e rigorosamente motivato approvato dalla Soprintendenza ai Beni Culturali, cui seguirà il reimpianto di nuovi esemplari di tiglio che, con le risorse economiche indicate nella determina dirigenziale del Comune di Sulmona saranno di dimensioni comparabili (altezza e diametro del fusto) in condizioni vegetative “forti” ed in grado di adattarsi all’ambito di riferimento”.

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