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SULMONA – Aveva fatto una telefonata dalla sua cella del carcere di massima sicurezza di Sulmona, comunicando con persone esterne. Peccato che i poliziotti penitenziari, che si erano accorti della situazione, si erano appostati nei pressi della stanza detentiva, per cogliere sul fatto il detenuto. Per la vicenda avvenuta nella struttura penitenziaria, il 12 ottobre 2022, un altro detenuto rischia il processo per l’accesso indebito di dispositivi idonei alla comunicazione. Quella sera, dopo le 22, gli agenti operanti avevano intuito che il recluso era impegnato in una conversazione telefonica, tanto da riuscire ad ascoltare dal corridoio anche parte della telefonata. Il sospetto si è rivelato fondato nel momento della perquisizione. Nella cella dell’uomo i penitenziari avevano rinvenuto un telefono cellulare, una scheda sim, un caricatore, quattro pile e altro materiale. La procura, per il detenuto di 45 anni, ha chiesto il processo. Ieri il caso è finito sul tavolo del giudice pre dibattimentale, Francesca Pinacchio. Pochi giorni dopo, il 25 ottobre di quell’anno, furono scoperti sul fatto altri tre cellulari nelle mani di un detenuto che reagì alla perquisizione, mandando in ospedale cinque agenti. Negli ultimi due anni il fenomeno si è allargato a macchia d’olio. Dal 2022 sono stati sequestrati 24 telefoni, senza contare gli otto recapitati lo scorso 13 febbraio tramite drone e compresi i 4 trovati la scorsa settimana nel corso della maxi perquisizione. Oggi, in carcere, è attesa la visita del sottosegretario, Andrea Del Mastro Delle Vedove.

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