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SULMONA – Saranno processati con rito abbreviato sindaco, vice sindaco e legale del comune di Rivisondoli per l’inchiesta sulla tentata estorsione. Il giudice per le udienze preliminari, Alessandra De Marco, ha accolto l’istanza di costituzione di parte civile delle persone offese e ha rinviato al 7 dicembre per la discussione del rito abbreviato. I tre sono accusati di aver chiesto la somma di circa 20 mila euro a quattro soggetti partenopei, uno dei quali condannato nei tre gradi di giudizio penali per aver costruito la scala di accesso alla propria abitazione direttamente sulla pubblica strada comunale, senza alcun titolo di proprietà. A supporto dell’accusa ci sarebbe pure una registrazione. Gli imputati, difesi dagli avvocati Mariella Iommi, Franco Zurlo e Pietro Savastano, avevano spiegato di aver agito esclusivamente per l’interesse dell’ente, fornendo ampia documentazione al riguardo, ribadendo pure che l’incontro finalizzato alla transazione è stato svolto nell’Aula Consiliare del Comune e in presenza di altri amministratori. In fase cautelare la Corte di Cassazione aveva dichiarato inammissibile il ricorso della Procura che aveva chiesto ai giudici capitolini di ripristinare la misura dell’obbligo di firma, applicata inizialmente dal Tribunale e revocata dal Riesame dell’Aquila. Inoltre, sempre la Cassazione, aveva rigettato pure il ricorso contro la revoca della misura interdittiva del vice sindaco. Le esigenze cautelari, insomma, non hanno trovato riscontro e solidità nelle varie sedi. Ora si arriva davanti al Gup mentre l’origine del “male”, ovvero la famosa scala, da tempo è stata demolita. Nell’inchiesta è finita anche una funzionaria comunale che risulta indagata per favoreggiamento. La sua posizione è al vaglio della Procura che ha avviato le indagini preliminari.

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