SULMONA – Solo un medico risulta attualmente in servizio per via dei contagi e della cronica carenza di personale. Sempre più al collasso il reparto di urologia dell’ospedale dell’Annunziata. L’unità operativa è stata interessata nelle ultime ore da un fronte di contagio tanto da spingere gli addetti ai lavori a procrastinare gli interventi programmati, almeno per i prossimi dieci giorni. Il numero delle unità in dotazione risulta insufficiente, ormai da tempo, per garantire la completa erogazione del servizio. Ed ecco che dopo le positività accertate l’altro giorno gli utenti sono stati raggiunti telefonicamente per riprogrammare gli interventi stabiliti, trattandosi di prestazioni differibili e non urgenti. Una situazione che rasenta il paradosso, specie perché avviene dopo due anni di pandemia. Evidentemente la “lezione” del Covid deve meglio essere compresa dai vertici dell’azienda che non hanno messo in condizioni il reparto di operare con tutta tranquillità. Il reclutamento di una ulteriore unità è in corso di perfezionamento con la mobilità, come si evince dal sito istituzionale Asl. Ma gli interventi finora adottati non sono mai stati risolutivi. Uno specializzando si è infatti trasferito a Campobasso dopo aver preso parte all’apposito concorso mentre un altro medico, assunto a tempo indeterminato, è stato trasferito a Pescara nonostante l’organico ridotto al lumicino. Ne consegue che tutto il carico di lavoro si è riservato sulle due unità rimaste in pianta organica da un paio di mesi, in particolar modo sul responsabile di reparto costretto ora al riposo forzato. Resta l’affanno e la carenza di personale che continuano ad avere inevitabili e ingiuste ripercussioni sull’utenza. Il reparto, tuttavia, non è fermo né ha interrotto l’erogazione del servizio in termini di consulenze per le ordinarie prestazioni che vengono portate avanti, per forza di cose, dall’unico medico in servizio.