Non c’è solo il turista ma ci sono i turisti. Un ritorno al plurale, nella forma e nella sostanza, come in epoca pre pandemia. Si muovono i gruppi tra escursioni e buon cibo. Soggiornano non solo per un weekend o per l’uscita “mordi e fuggi” ma, in alcuni casi, la permanenza dura una settimana. A scattare la fotografia sul turismo di ferragosto è l’imprenditore, Domenico Santacroce, Presidente dell’associazione albergatori, che torna a sorridere dopo due anni di alti e bassi. “È una buona annata. La stagione della ripartenza non ha tradito le aspettative”- rileva Santacroce con soddisfazione. Il lavoro certosino e silenzioso di marketing e ricerca ha portato i suoi frutti. La presenza massiccia riguarda i gruppi turistici organizzati che uniscono città a montagna, grazie anche al filone della Transiberiana d’Italia, la porta del turismo delle aree interne. A fare da cornice gli eventi di metà agosto. Il vulnus lasciato dalla Fiera dell’Assunta è stato rimpiazzato alla grande dal Muntagninjazz che l’altra sera, con la band di San Crispino, ha cambiato il volto di una città, trasformando piazze e persone. Un “miracolo” di questi tempi. Purtroppo nel tirare le somme della stagione turistica vanno rilevati i disservizi cronici. Se è vero che si sta investendo sull’accessibilità dei musei, i collegamenti tra stazione ferroviaria e centro storico lasciano ancora a desiderare con decine di corse soppresse al giorno. Ed è così che gli albergatori diventano anche autisti, istituendo dei servizi specifici per scortare i propri clienti verso l’hotel. Non il massimo per una città che si candida al titolo di Capitale Italiana della Cultura. Anche l’applicazione della tassa di soggiorno non trova terreno fertile in tal senso. Ma per gli operatori del settore c’è comunque da prendere atto della rinascita e della ripresa del “vero” turismo, non solo quello lento e naturale, riscoperto proprio in tempo di pandemia. Tra sold out e speranze c’è chi, come il Presidente del Consorzio Albergatori Gianluca Casaccia, ci va comunque con i piedi di piombi, spiegando che il post emergenza ha portato anche a qualche disdetta, prontamente rimpiazzata viste le alte richieste. Tutti pazzi per la vallata insomma. La speranza è che la fiumana di turisti cambi definitivamente il paradigma dell’offerta. Non più bus soppressi, buche, erba alta. Serve una città non solo per chi ci abita. Nel frattempo buon sold out a tutti.