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SULMONA. Uccise padre e figlio, mettendosi al volante dopo aver alzato il gomito ma la pena può essere scontata con i lavori socialmente utili. Lo ha messo nero su bianco il Tribunale di sorveglianza dell’Aquila che ha concesso il beneficio a S.C., 50enne di Pettorano sul Gizio, che il 4 maggio dello scorso anno aveva patteggiato la pena di quattro anni e sette mesi di reclusione per omicidio stradale. La tragedia risale alla sera del 7 dicembre 2019. Determinante, per i magistrati, è stata la lettera di scuse che l’uomo ha inviato ai familiari di Francesco e Antonio Sciullo, rispettivamente di 88 e 59 anni, le due vittime originarie di Pescocostanzo. “L’uomo ha mostrato un’importante revisione critica, manifestata anche attraverso una lettera di scuse destinata alla famiglia della vittima, mettendosi a disposizione per attività di volontariato”- scrive il Tribunale di sorveglianza, evidenziando pure che “nella relazione si conclude favorevolmente in merito all’eventuale concessione delle misure alternative richieste”. Per questo il magistrato, come spiega il quotidiano Il Centro oggi in edicola, ha stabilito che il 50enne, difeso dall’avvocato, Alessandro Margiotta, potrà espiare la pena residua di tre anni e undici mesi di reclusione con l’affidamento ai servizi sociali, tenendo conto del periodo di arresti domiciliari e dei permessi premio concessi. Padre e figlio, quella sera, si stavano recando a bordo di una Fiat Punto a Sulmona dove viveva e lavorava il più giovane, quando al chilometro 107 sulla strada statale 17, all’altezza di Pettorano sul Gizio, la jeep Cherokee guidata dal 50enne aveva invaso la corsia opposta, scontrandosi frontalmente con la Punto. Le indagini della polizia stradale di Castel di Sangro avevano accertato poi che il conducente della jeep si era messo alla guida con un tasso alcolemico di 2,8 a fronte dello 0,5 tollerato dalla legge. Per questo l’uomo era stato arrestato per omicidio stradale, anche se lo stesso arresto non era stato poi convalidato dal giudice per vizio di forma. Stando sempre agli atti d’indagine, il 50enne, fino a qualche minuto prima, aveva bevuto al bar della stazione di rifornimento lungo la statale dove era solito andare e si era quindi rimesso alla guida per percorrere quel breve tratto di strada che lo separava da casa. Un tragitto che per quanto breve, si era rilevato fatale.

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