SULMONA. “L’avviso di garanzia è un atto dovuto per svolgere tutti gli accertamenti ma quanto ipotizzato non risponde assolutamente al vero. Avrò modo di dimostrarlo in tutte le sedi e di chiarire il tutto”. Sono le parole di una delle funzionarie indagate nell’ultima inchiesta sugli appalti pilotati della Asl 1. Quattro sono finiti sotto la lente della magistratura per corruzione e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. Gli indagati stanno preparando le memorie difensive che potranno depositare entro venti giorni. Nel fascicolo della procura sono finite due funzionarie dell’azienda, una di Castel di Sangro e un’altra di Sulmona più due amministratori di una società privata di Castel di Sangro. L’attività d’indagine svolta dalla finanza di Sulmona si è concentrata sull’esternalizzazione di alcuni servizi dell’azienda sanitaria. Gli appalti, affidati dal 2017 al 2021, riguardano la gestione del magazzino dell’economo, gestione, manutenzione e aggiornamento dell’inventario dei beni mobili e manutenzione delle aree verdi dei presidi dell’azienda, per un importo complessivo di 1.4 milioni di euro. Secondo l’accusa le funzionarie, ricorrendo in alcune occasioni al frazionamento degli appalti oppure ad aggiudicazioni dirette, che venivano effettuate con carattere d’urgenza pur non ricorrendo tale presupposto, erano riuscite nel corso degli anni ad eludere le varie procedure di evidenza pubblica previste dal codice dei contratti, come nel caso della ditta di Castel di Sangro che, sempre secondo l’accusa, avrebbe ricevuto i favori dei funzionari ottenendo appalti frazionati con la scusa della somma urgenza, lì dove invece gli importi dei lavori avrebbero imposto una gara d’appalto. In cambio oltre ai servizi della ditta, gli indagati avrebbero ottenuto anche regali di Natale, evidentemente di valore superiore a quelli considerati di cortesia. Nella stessa inchiesta un altro filone d’indagine riguarda la manutenzione e l’aggiornamento dell’inventario dei beni mobili della Asl: le due funzionarie avrebbero aggiudicato direttamente gli interventi ad una ditta, utilizzando al contempo il personale di questa per le attività dell’associazione privata di cui una delle funzionarie, è vicepresidente. Le fiamme gialle, che avevano acquisito tutti i documenti, hanno messo nero su bianco nel corso dell’indagine una serie di presunte irregolarità nella predisposizione delle procedure di aggiudicazione dei servizi, in violazione del principio di rotazione ed a vantaggio di alcuni operatori economici.