SULMONA – Prima i pazienti a domicilio che non hanno la possibilità di spostarsi e deambulare e poi le altre categorie nel centro di vaccinazione territoriale, ovvero nella palestra dell’Incoronata. I medici di medicina generale, dopo l’accordo siglato tra la Federazione e la Regione nelle scorse settimane, stanno scaldando i motori per scendere in campo nella campagna vaccinale in atto contro il Covid-19. Dall’area peligno-sangrina hanno risposto circa una ventina di professionisti, pronti a dare manforte al sistema oberato di lavoro. Una grande lezione di abnegazione e di civiltà . Peccato che, allo stato attuale, manca la delibera della Giunta Regionale che deve recepire e fare proprio l’accordo. Si tratta in verità di un mero passaggio formale nonchè sostanzialmente un atto dovuto che pure deve essere adottato per accelerare le ultime pratiche e “armare” l’esercito dei medici di base. Un anno impegnativo, quello del Covid, anche per il medico di famiglia. Recentemente ii Tar Lazio è intervenuto sulla schema terapeutico per le cure dei pazienti Covid in isolamento domiciliare. Un piano che dovrebbe essere recepito anche dall’Abruzzo secondo il dottor Roberto De Santis, intervenuto ieri nella nostra diretta di Onda Tg. “E’ uno schema che dà fiducia all’opera del medico che non deve essere di vigile attesa ma di intervento”- sostiene De Santis illustrando le terapie di cortisione, antibotico, antifiammatorio ed eparina ma soprattutto rimarcando che la capillarizzazione delle diagnosi, con le Usca, ha migliorato il sistema. Intanto oggi si chiude la prima fase della campagna dei test antigienici rapidi. Sono 700 i tamponi effettuati dallo scorso 19 gennaio. Complessivamente sono stati intercettati 25 positivi, tutti legati a possibili fronti di contagio, disinnescati. I test assegnati ai medici sono quasi terminati per cui il servizio sarà sospeso in attesa della rifornitura. Intanto De Santis e i suoi colleghi continuano a sperare nell’ambulatorio unico e ospedale di comunità , due grandi opportunità per migliorare la qualità della sanità sul territorio. I medici sono in prima linea. Ora tocca alle istituzioni fare il resto.
Andrea D’Aurelio