SULMONA. Otto anni e tre mesi di reclusione, interdizione perpetua dai pubblici uffici, risarcimento da liquidare alla persona offesa, provvisionale immediatamente esecutiva di 20 mila euro e pagamento delle spese processuali. È questa la pena inflitta dal collegio del tribunale di Sulmona ad un 49enne residente in città per la violenza sessuale nei confronti della sua vicina di casa di 24 anni. Una vicenda delicata che risale a febbraio 2021. Dagli atti d’indagine è venuto fuori che il 49 enne, a fronte di un diniego manifestato dalla giovane, con violenza consistita nel sollevarla di peso, nel porla sul tavolo della cucina e nel toglierle con forza i leggins indossati, la costringeva a subire atti sessuali. Colpendola pure con uno schiaffo alla parte sinistra del volto, stringendole con le mani il collo e sferrandole pugni sui fianchi, sulle costole e dietro la schiena, le provocava un trauma cranico facciale giudicato guaribile in venti giorni. Ma c’è di più. Sempre secondo il racconto della vittima, il 49 enne, al fine di trarne profitto, si sarebbe impossessato del telefono cellulare della giovane, che era stato sequestrato dalla polizia nel corso della perquisizione domiciliare a carico dell’imputato, assieme ad una polverina bianca( zucchero a velo), rinvenuta nella villa dove era avvenuto il fatto. L’imputato, che ha reso oggi dichiarazioni spontanee, ha negato lesioni e violenza. Secondo l’avvocato difensore, Stefano Michelangelo, non ci sarebbe stato alcun reato dal momento che il liquido seminale trovato e analizzato appartiene ad un soggetto ignoto. Diversa la tesi della parte civile, rappresenta dall’avvocato, Luca Tirabassi, il quale ha ricordato che il rapporto sessuale tra i due non si era concluso ( il liquido seminale era stato rilasciato all’esterno) e sugli indumenti della vittima erano state trovate tracce di sudore dell’imputato, soprattutto sulla felpa. La procura aveva chiesto sette anni. La condanna supera la richiesta.