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Un report dettagliato e scientifico per analizzare e studiare le stagioni vitivinicole in Abruzzo alla luce dei cambiamenti climatici. E’ il progetto del Dipartimento Politiche Agricole della Regione Abruzzo e del Consorzio di Tutela Vini d’Abruzzo volto a sostenere i viticoltori abruzzesi che subiscono – a volte con notevoli ripercussioni – gli effetti dei cambiamenti climatici. Alla base della collaborazione, la Regione metterà a disposizione del Consorzio il supporto tecnico del Centro Agrometeorologico regionale di Scerni (Ch) che in Abruzzo conta circa 26 stazioni climatiche dislocate prevalentemente nella fascia collinare litoranea e nelle aree interne della valle Peligna e del Fucino. «Il fenomeno del riscaldamento globale sta influenzando il nostro clima in modo netto e gli effetti negativi si riverberano anche sulla filiera agricola – osserva il vice presidente con delega all’agricoltura Emanuele Imprudente -. Il settore vitivinicolo purtroppo sta soffrendo molto a causa dei cambiamenti climatici. Per questo motivo – aggiunge – abbiamo raccolto la proposta del Consorzio di Tutela Vini d’Abruzzo e metteremo a disposizione dei nostri viticoltori e vignaioli il supporto tecnico del Centro Agrometeorologico regionale al fine di prevenire gli effetti dei cambiamenti climatici sulla filiera del vino. Infatti, l’aumento delle temperature ha rilevato in alcune aree viticole della regione, negli ultimi anni, soprattutto nei vigneti collinari non irrigui, l’anticipo delle fasi fenologiche e l’accelerazione del processo di maturazione delle uve con il conseguente incremento della concentrazione zuccherina e del tenore alcolico dei vini. Un processo che sta allarmando il comparto». Sarà infine potenziato il Centro Agrometeorologico regionale di Scerni con l’acquisto di nuove centraline. «Il bando è pronto – conclude il vice presidente Imprudente – e prevede l’acquisto di nuove stazioni che saranno dislocate sul territorio regionale: sarà un valido supporto in termini di prevenzione e studio a sostegno del comparto agricolo regionale».

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