SULMONA – Due anni e quattro mesi di reclusione più il pagamento delle spese processuali. E’ questa la pena inflitta dal giudice monocratico del Tribunale di Sulmona, Francesca Pinacchio, ad una giovane residente in Alto Sangro, F.G., finita sotto processo per la percezione indebita del reddito di cittadinanza. I fatti risalgono al periodo 2020-2021 quando, nell’ambito di specifiche indagini svolte dalla Guardia di Finanza sui cosiddetti “furbetti del reddito”, è emerso che la donna, all’atto della presentazione della domanda per ottenere il beneficio, aveva falsamente dichiarato di risiedere in un’abitazione collocata sul territorio comunale di Pescocostanzo. Le verifiche svolte hanno permesso di accertare che l’abitazione in questione risultava affittata a terzi e che la donna, al contrario di quanto dichiarato, viveva con i suoi familiari. Una vera e propria “furbata” secondo Procura e giudice, vista la cumulazione del reddito. Da novembre 2020 a ottobre 2021 l’imputata aveva percepito indebitamente la somma di 7800 euro. Da qui la condanna alla pena di 28 mesi di reclusione.