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La Giunta Regionale pare che stia aprendo la caccia anche a Cervi e Capriolo. L’ennesimo regalo al mondo venatorio fatto passare come una gestione faunistica di cui non si sente alcuna necessità. Nel Piano Faunistico Venatorio approvato dalla Regione Abruzzo si evidenzia la necessità di avviare un’attività di monitoraggio, tanto che per il Cervo vengono definiti comprensori solo sperimentali “alla luce delle scarse conoscenze della consistenza e della dinamica della popolazione”.

Per definire tempi e modalità di prelievo di individui da popolazioni faunistiche sono necessarie informazioni esaustive e dettagliate in merito alla distribuzione delle specie interessate sul territorio regionale, informazioni che si possono ottenere solo tramite monitoraggi ripetuti per diverse annualità con metodologie confrontabili e standardizzate. Appare, dunque, poco credibile l’esecuzione di un’attività di monitoraggio che in pochi mesi dovrebbe descrivere lo status delle popolazioni di Cervo e Capriolo, definire le densità ottimali di presenza, redigere un piano di prelievo: e comunque, la Giunta regionale ha già deciso di volere inserire la caccia di selezione a Cervo e Capriolo nel prossimo calendario venatorio. Si tratta di un approccio a-scientifico inaccettabile! Rispetto ai presunti danni che queste specie possono provocare a colture e il pericolo di incidenti stradali, questioni da tenere in seria e attenta considerazione, è sicuramente necessario avviare un serio programma di monitoraggio e predisporre un piano di prevenzione, che però non viene mai evocato. Esistono molteplici azioni, ormai note e conosciute, che possono essere messe in atto per limitare il rischio di danni e la frequenza degli incidenti stradali: implementare l’utilizzo delle recinzioni o delle varie tipologie di repellenti, mettere in opera dissuasori acustici e visivi, potenziare i sottopassi, costruire i sovrappassi… I fondi impegnati dalla Regione Abruzzo per avviare gli abbattimenti potrebbero essere destinati molto più proficuamente a questo tipo di azioni. Per questo, stamane, il WWF Abruzzo ha lanciato la campagna “La natura si ammira, non si uccide”. Aiuta il WWF Abruzzo nella campagna, scrivi a abruzzo@wwf.it

“Siamo sicuri che la maggior parte degli abruzzesi sarà dalla parte dei cervi e dei caprioli – commenta Filomena Ricci, delegata WWF Abruzzo – e vorrà continuare a vederli liberi di muoversi nelle montagne e nei boschi abruzzesi. Queste specie sono patrimonio della nostra terra e simbolo della natura che rende la nostra Regione conosciuta e apprezzata: non sono bersagli per i cacciatori. È un peccato che il governo regionale, dopo aver tentato di tagliare il Parco regionale Sirente-Velino (ottenendo una bocciatura dalla Corte Costituzionale), voglia ora aprire la caccia a due animali così belli che fino ad oggi in Abruzzo hanno potuto vivere tranquilli, aumentando la biodiversità della nostra regione”.

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