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SULMONA – Va male la messa alla prova e incassa la condanna. Protagonista della vicenda è una giovane donna del posto, D.C., che l’altro giorno è finita alla sbarra per la rissa con accoltellamento che si verificò in via Carrese, traversa della centralissima piazza XX Settembre, il 7 novembre 2015. Un brutto episodio di cronaca e di violenza dal momento che trascinò davanti al giudice diverse persone, alcune già condannate. Erano le 4,15 del 7 novembre 2015, quando al 113 era arrivata la segnalazione di una rissa in corso in un locale dietro a piazza XX Settembre. Giunti sul posto, gli agenti non avevano trovato nessuna traccia dei contendenti, ma, poco dopo, dal pronto soccorso dell’ospedale, venivano avvisati della presenza di un giovane che era stato ferito alla spalla con una coltellata. Il ragazzo aveva rivelato agli agenti l’identità dell’aggressore. Le indagini successive portate avanti dalla squadra anticrimine, condotta all’epoca dei fatti dal Sostituto Commissario Daniele L’Erario, hanno portato a scoprire, anche grazie alle immagini della videosorveglianza comunale e delle telecamere di alcune attività commerciali nelle vicinanze del locale, che si era trattato di una vera e propria rissa, per vecchi rancori, con il coinvolgimento di almeno 5 persone, tutte denunciate, tra cui la donna che fu immortalata dai filmati mentre sferrava violanti calci. Davanti al Gup il procedimento penale fu sospeso per la messa alla prova che non sortì l’effetto sperato. Nel senso che, visto l’esito negativo della stessa, il reato non è stato estinto. Da qui il rinvio a giudizio e il processo che si è chiuso l’altro giorno con la condanna a tre mesi di reclusione e al pagamento delle spese processuali. L’avvocato dell’imputata, Annasara Di Pietro, aveva spiegato che la sua cliente era intervenuta nella rissa solo in difesa della vittima. Ma la tesi non è bastata per evitare la condanna. Tuttavia la pena resterà sospesa.

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