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Silone lo definì un pazzo sapiente, coraggioso ed eroico; Dante  lo inserì tra gli ignavi “che fece per viltade il gran rifiuto”; Francesco Petrarca definì “il suo operato come quello di uno spirito altissimo e libero, che non conosceva imposizioni, di uno spirito veramente divino”

Pietro del Morrone, eletto Papa il 5 luglio 1294, abdicò poco più di cinque mesi dopo. Il suo desiderio di assoluto, di silenzio e di austerità, nel nome del Vangelo, lo portarono a una vita eremitica  in una caverna isolata sul Monte Morrone.

Se finora a tessere le lodi di Celestino V ci ha pensato il capoluogo, finalmente un soffio di orgoglio sta risvegliando la nostra città, grazie al connubio con la Giostra Europea. E di Celestino V si è parlato ieri sera al cortile della SS Annunziata con lo spettacolo ‘Il perdono nutre il mondo’. Uno spettacolo ideato da Sara Cecala e condotto da Angelo De Nicola. Guest della serata Germano D’Aurelio che abbandonate le vesti di N’Duccio ha voluto portare il suo contributo alla narrazione come grande conoscitore del tema. Lo spettacolo rientra nel programma della Giostra Cavalleresca d’Europa

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