PETTORANO – Si è svolta a Pettorano sul Gizio, nel Castello Cantelmo, la presentazione del libro “Rime toscibili” dell ” abruzzese fuori sede cioè Gino Bucci. Un incontro esilarante tra il serio ed il faceto dove il dialetto, la lingua volgare, è stata la protagonista. Il testo contiene nella quarta di copertina il contributo di Donatella Di Pietrantonio che ha definito l’ autore ” ambasciatore dell’ Abruzzo nel mondo per il gioco letterario che mescola dialetto e italiano,toponomastica e gastronomia e che racconta gli abruzzesi “coma siamo”. Remo Rapino , candidato al Premio Campiello definisce” geniale il percorso sugli intriganti sentieri della dialottologia” compiuto da Gino Bucci, l’ abruzzese fuori sede. In una sala gremitissima l’ autore è stato intervistato da Rosa Giammarco con divertenti inserimenti dialettali dopo la presentazione della consigliera comunale Alba Castorani. Molto abile la Giammarco nelle provocazioni a cui Gino non si è sottratto ed ha risposto con arguzia ed ilarità , qualità a lui consuete.
Gino è nella culla del dialetto ci spiega Rosa Giammarco.
Intoscibile neologismo inventato da Gino e che puo considerarsi il pezzo forte della sua inventiva linguistica. Il termine viene da ‘ nzi tosce ” ovvero indiscutibile….al contrario toscibile …è ciò che e discutibile…una breve terminologia molto usata sul territorio.
Ma chi è Gino Bucci ?
Gino Bucci,è alla base una persona di cultura, laureato in Lettere, strenuo sostenitore della cultura e delle tradizioni abruzzesi è molto noto per la pagina Facebook L’Abruzzese fuori sede, che conta oltre 200 mila followers. “Mi chiamo Gino, so lu fije di mammà, qua si parla di Abruzzo e di varie pazzità”, è la sua presentazione. Spiritoso, ironico e divertente, ha deciso di scrivere un libro.“Ma qual è il senso di questo libro? Vattelappesca. Spero possa far sorridere, spero possa appicciare qualche bel ricordo, spero possa mettere appetito”. Grazie al suo lavoro sul web dice “ho ritirato premi, presentato cose, parlato finanche in pubblico e soprattutto ho mangiato sovente aggratise in giro per l’Abruzzo”. Formatore nelle scuole, conferenziere “silenzioso”, “quasi” giornalista, scrive anche di tennis e cibo in scatola. Ascoltiamo cosa ha detto al nostro microfono