Corrado Ajolfi, classe 1950, è un cardiologo di Parma da sempre appassionato di narrativa. Da piccolo, infatti, destinava una quota della sua paghetta settimanale per acquistare i libri del Club degli Editori. Durante il liceo ha iniziato a scrivere poesie e un romanzo autobiografico. Il tutto quasi interamente a mano. Gilda” è il quinto romanzo che pubblica.
Sullo sfondo di Borgonuovo Terme, città ormai morente, ma con un passato di splendore, si muovono personaggi che con essa condividono legami inconfessabili e un comune destino. Gilda Iannelli è affetta da una forma di amnesia che ha cancellato i ricordi del suo passato. Tra questi la partecipazione a Miss Italia, diciassette anni prima. Pur afflitta da questa menomazione, si rifà una vita con Ulisse Bellini, giornalista di una testata nazionale, incontrato in circostanze boccaccesche. I due, ormai pensionati e liberi da impegni, saranno ossessionati dai propri fantasmi: lui dal desiderio di un’affermazione che la carriera gli ha negato, lei dal bisogno irrefrenabile di ricucire i frammenti del proprio passato. Per questo motivo iniziano a scrivere un romanzo a quattro mani ispirato alle vicende di Borgonuovo. Testimoni e attori di questa ricerca del tempo perduto sono gli amici che abitano nella loro stessa via. Luogo di ritrovo dei loro convivi è Villa Paradiso, simbolo degli sfarzi di un’epoca scomparsa che la compagnia vorrebbe trasformare in un lussuoso resort nel quale vivere insieme il resto dei giorni. A mano a mano che il racconto prende forma, riaffiorano segreti insospettabili che sembrano intrecciarsi con l’oscuro passato di Gilda. Impostato come un diario che abbraccia l’arco di un anno, Gilda è soprattutto un’ironica meditazione sul trascorrere del tempo, di cui “la città che sta cadendo a pezzi” è una provocatoria e malinconica metafora. “Borgonuovo Terme altro non è che Salsomaggiore Terme, cittadina termale sulle prime colline parmensi, ricordata negli annali per le sue acque e per le 39 edizioni di Miss Italia che ci hanno avuto luogo fino al 2010”, spiega l’autore. “La decadenza cui è andata incontro questa città termale è un evento innegabile. Circa le cause, nella mia storia ho suggerito tra le righe una personale e libera interpretazione. Mi auguro che i salsesi non se ne abbiano troppo a male se ho calcato la mano sul malinconico tramonto della loro città. Chiedo venia per la licenza letteraria, ma mi stuzzicava troppo questo suo mutamento come emblematico palcoscenico della vita”.